Roseto, lo striscione di protesta sulla nuova antenna di Cologna Paese

Roseto. Nella notte è stato affisso, sull’antenna recentemente innalzata in contrada San Giuseppe, lungo Provinciale 19,  a Cologna Paese.

 

Uno striscione lungo di più di dieci metri con su scritto “Basta antenne” dai militanti di Fratelli d’Italia di Roseto degli Abruzzi.

 

“Ancora una volta i cittadini di Roseto sono costretti a fare i conti con l’irresponsabilità amministrativa del Sindaco Di Girolamo e della sua giunta”, dichiara Francesco Di Giuseppe portavoce comunale di Fratelli d’Italia.

 

“In contrada San Giuseppe sono già tre le antenne esistenti nel giro di poche centinaia di metri, i residenti stanno ora assistendo all’innalzamento della quarta in un misto di incredulità e impotenza, Roseto sembra nuovamente alla mercé delle compagnie telefoniche che installano dove, quando e come vogliono le loro antenne, sfregiando paesaggi e non preoccupandosi dei rischi per la salute dei cittadini residenti, il tutto nell’indifferenza dell’Amministrazione Di Girolamo”, prosegue il portavoce del partito di Giorgia Meloni.

 

“Eppure la storia recente del nostro Comune dimostra che quando l’Amministrazione vuole ed è in sintonia con le istanze dei propri cittadini non solo è possibile “contrattare ” soluzioni diverse ma in qualche caso addirittura far recedere come accaduto pochi anni fa’ con la rimozione dell’antenna traliccio di Montepagano durante l’Amministrazione Pavone.

Invece oggi, ancora una volta, la giunta Di Girolamo subisce supinamente volontà che confliggono pesantemente con gli interessi dei propri concittadini restando indifferenti.

 

Come Fratelli d’Italia chiediamo di fermare l’installazione di detta struttura terribilmente impattante oltre che rischiosa per la salute e di aprire un tavolo di programmazione con le compagnie telefoniche come tra l’altro previsto dalla legge 259/2003 che regolamenta la materia.

 

Chiediamo altresì la realizzazione del piano antenne comunale, un piano che a Roseto ha iniziato il suo percorso nel lontano 2005, anche con l’approvazione di uno specifico regolamento, ma che a distanza di ben 12 anni non riesce ancora a vedere la luce”, conclude Di Giuseppe.

 

 

 

 

 

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