Roseto, la lettera di Pietro Del Governatore ai medici dell’ospedale di Atri che lo hanno curato dal Covid19

Spesso criticata e bistrattata, identificata col pessimo termine di “malasanità”. Ma non è affatto sempre. Medici ed infermieri in prima linea contro il CoVid19 hanno dimostrato uno spessore umano e un’abnegazione al dovere per salvare vite umane.

La testimonianza arriva da Pietro Del Governatore, un rosetano che ha conosciuto, suo malgrado, il coronavirus. E’ stato ricoverato al CoVid Hospital di Atri, reparto diretto dal dottor Marini. Del Governatore ha scritto una lettera indirizzato proprio al dottor Marini e all’intero staff che riportiamo integralmente.

“Egregio Dottor Marini
Non posso esimermi, il giorno successivo delle mie dimissioni dal suo reparto, Covid 19, di
formulare a Lei e al suo gruppo di collaboratori, dottoresse e personale infermieristico, il mio più
sentito ringraziamento per la dedizione, la professionalità, la cura, la pazienza, il grande amore
profuso verso noi pazienti in ogni attimo del giorno e della notte pur lavorando in condizioni
estreme per non dire proibitive, gravati da abbigliamento impossibile in condizioni normali,
figurarsi nell’assistere malati che spesso non sono in possesso delle loro più lucide facoltà mentali e
per di più con grave rischio e pericolo per l’incolumità personale.
Il buon umore, e la serenità espressi dal personale infermieristico spesso hanno alleviato
momenti di sofferenza e il sorriso che traspariva dagli occhi di chi ci assisteva hanno ridato fiducia
e speranza di guarigione che a volte poteva venir meno.
Come non notare la pazienza dimostrata, in ogni turno del giorno e della notte verso malati
con evidenti deficit mentali. Ad ogni chiamata sono stati presenti con una calma che ha disorientato
anche me, ho visto cambiare un letto ben sette volte ad un paziente che nell’arco di cinque ore non
voleva sentire ragioni di stare tranquillo pur assistito continuamente e sempre con professionalità e
lucidità che nel cuore della notte non sempre si hanno e con un reparto non facile e in continuo
movimento.
Come non notare la costante sua presenza tranquillizzante, specie verso persone super
depresse, anziane e sfinite fisicamente e mentalmente da una degenza mal sopportata perché lontane
dalla famiglia e senza capirne il motivo. Capolavoro di intuito dovuto all’alta professionalità è stato
il momento della videochiamata ai figli con Lei che reggeva il telefono fino a che il paziente non si
è calmato e per il resto della giornata ha collaborato alle cure rifiutate fino a quel momento.
Le sue più strette collaboratrici presenze costanti e vigili, hanno sempre rassicurato e cercato
di spiegare per quanto possibile le varie terapie, peccato non poterne vedere il volto ma ne abbiamo
sentito la vicinanza, sapevamo di essere in buone mani.
E il tutto, rendendovi maggior merito, in un ambiente che non vorrei chiamare fatiscente ma
ci siamo vicini, e solo la vostra dedizione ne ha fatto una struttura di eccellenza conseguendo
risultati che altri ospedali più blasonati si sognano.
Non ho saputo quanti pazienti fossero ricoverati, ma sicuramente erano tanti visto che camere
per isolare pazienti particolari, mi riferisco a problemi psichiatrici, non credo ve ne fossero eppure
vi ho visto cercare di ovviare a tante mancanze con un lavoro meticoloso ed efficace in tutte le
circostanze.
La stampa vi chiama eroi, e per tanti aspetti lo siete realmente, per come vi sacrificate e per
come vi dedicate, malpagati, a quella che è una vera missione, ma vorrei meno eroi e più uomini e
donne come quelli che ho visto operare in Atri con più considerazione, più attrezzature, più
apprezzati nella loro alta professionalità.
Meno soloni, meno politici e più dottor Marini e la sua squadra.
Che Dio vi benedica.
Grazie
Piero Del Governatore”

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