Pedemontana Teramo-Ascoli. Bracco: la burocrazia è ferma

Teramo ha bisogno come l’ossigeno di collegarsi con il territorio ascolano tramite una grande infrastruttura viaria, così come la Val Vibrata necessita di un’arteria che la possa unire alla Val Fino e al capoluogo provinciale.

 

A tal proposito è quanto mai urgente che le istituzioni coinvolte si riuniscano per fare il punto sull’intera progettualità, sui canali di finanziamento, sulla sburocratizzazione, sugli appalti e sull’iter complessivo al fine di poter arrivare ad un’agenda esatta che fotografi l’esistente e calendarizzi le tempistiche nella loro totalità”.

 

E’ questo il contenuto che emerge dal comunicato stampa che il Consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco ha diramato nella mattinata odierna e che riguarda una delle arterie più importanti che collegano l’Abruzzo e le Marche. “La pedemontana Abruzzo-Marche – spiega Bracco – è una infrastruttura viaria fondamentale la cui progettazione e realizzazione è stata pensata al fine di contrastare lo spopolamento delle aree interne delle due regioni in favore dell’urbanizzazione della fascia costiera, la quale può godere dell’autostrada Adriatica A14, della Strada Statale Adriatica SS16 e anche della Ferrovia Adriatica”.

 

“Il progetto nella sua interezza – afferma il Consigliere – comprende una strada ad alto scorrimento che collegherà l’interno della Regione Marche con l’intero Abruzzo fino ad arrivare in Molise. Attualmente gli unici segmenti realizzati sono quelli che partono dalla Teramo-Mare e salgono a Nord per ricongiungersi con la Ascoli-Mare, ma questo tratto (denominato pedemontana Ascoli-Teramo) è ben lungi dall’essere completato in quanto si ferma nel territorio del Comune di Campli, con una porzione significativa da realizzare per collegarsi con la stessa Ascoli-Mare e avvicinare tra loro i due capoluoghi di provincia”.

 

“Non sfugge – prosegue Bracco – che accorciare i tempi di percorrenza fra Teramo e Ascoli agevolerebbe enormemente gli scambi economici, commerciali e culturali fra i due territori limitrofi, facilitando rapporti che oggi sono ingessati dall’arretratezza delle infrastrutture viarie. Si pensi soltanto all’allargamento del bacino dell’Università di Teramo, con un ateneo dotato di numerose e rilevanti Facoltà sia umanistiche che scientifiche assenti nell’Ascolano”. “Non meno importante – sottolinea Bracco – è la parte di Pedemontana che dovrebbe correre verso Sud, collegando le valli del Tordino, del Vomano e del Piomba-Fino con le aree interne pescaresi e chietine. Anche in questo caso una viabilità moderna e veloce renderebbe più semplice evitare lo spopolamento di vari territori e consentirebbe dunque anche maggiori insediamenti produttivi in aree che conoscono da decenni una crisi industriale e artigianale dalle proporzioni purtroppo notevolissime”.

 

“Cucire fra loro le aree collinari a metà strada tra la fascia montana appenninica e quella costiera adriatica – evidenzia il Consigliere SI – è la prima delle preoccupazioni che una politica lungimirante dovrebbe mettere in cima all’agenda. Questa spinta propulsiva che un decennio fa appariva forte, oggi pare però essersi esaurita”. “La competenza nella progettazione e realizzazione dei vari tratti – nota Bracco – appartiene alle singole Province anche se, una volta completata nella sua interezza, la Pedemontana dovrebbe essere classificata come strada statale. La Regione Abruzzo, nella fase di elaborazione del Masterplan compilato nell’attuale legislatura, ha previsto solamente minimi interventi relativi alla competenza della Provincia di Pescara, i quali risultano irrilevanti allo scopo di giungere nel medio periodo a un completamento sia progettuale che realizzativo.

 

Né si ha più notizia – evidenzia l’esponente di Liberi e Uguali – dei 229 milioni di euro di fondi CIPE a suo tempo promessi alla Provincia di Teramo e vincolati al progetto della Pedemontana sia per il tratto Sud in direzione Pescara (da Teramo a Bisenti), sia per quello Nord verso la Val Vibrata (da Sant’Onofrio fino a Garrufo di Sant’Omero)”. “Inoltre è sfumata – rimarca Bracco – la rimodulazione dei fondi inizialmente previsti per la funivia di collegamento fra Teramo centro e l’Università, progetto bocciato dal Consiglio comunale cittadino a cui ha fatto seguito un’ipotesi di rimodulazione che prevedeva la destinazione di alcuni milioni di euro alla realizzazione dello svincolo della Pedemontana in direzione Vibrata”.

 

“La pedemontana Teramo-Ascoli è un’opera strategica per il rilancio dell’economia e per superare le arretratezze di una viabilità interna sottodimensionata, trascurata, lenta e dalla manutenzione assai complessa. Il futuro della Regione Abruzzo e lo sviluppo delle nostre comunità – conclude Leandro Bracco – passa per la realizzazione, in tutte le sue diverse sfaccettature, di questa importantissima arteria stradale”.

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