Parlavano di pizze ma erano le auto da rubare: ecco come si muovevano le “batterie”

Parlando tra loro i componenti del gruppo chiamavano “pizze” le auto da rubare: ad  ogni ‘condimento’ corrispondeva la marca o il modello di vettura da prelevare utilizzando chiavi modificate o centraline riprogrammate in base alla casa produttrice.

 

Lo hanno scoperto i  carabinieri di Ascoli Piceno con l’operazione “Kuga”, illustrata  nel corso di una conferenza stampa, che ha interessato anche le zone di San Benedetto del Tronto, Cerignola, Vasto e Foggia, per  stroncare l’attività di una banda che nell’ultimo anno aveva  colpito sulla costiera adriatica tra Emilia Romagna e Puglia: la metà dei furti è stata riscontrata sulla costa sambenedettese, con sconfinamenti anche nella zona nord dell’Abruzzo ma non solo.

Decine i militari, di Ascoli Piceno e Foggia, impegnati  nell’esecuzione di cinque misure cautelari in carcere e dieci di  sottoposizione all’obbligo di dimora. Provvedimenti emessi dal gip del Tribunale di Ascoli su richiesta della locale Procura  della Repubblica nei confronti di quattordici italiani originari  del Foggiano e di un romeno.

Soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere finalizzata ai furti  di auto e alla ricettazione di parti di esse, concorso in furto  e tentato furto aggravato e continuato.

L’indagine era iniziata nel novembre 2017 quando nella  provincia di Ascoli si registrarono numerosi furti di  autovetture in ore notturne. Si trattava di veicoli seminuovi e  di pregio: per i furto venivano utilizzate centraline  riprogrammate, scelte in base all’azienda produttrice dell’auto nel mirino.

In una prima fase, attraverso le impronte digitali  analizzate dai Carabinieri del Ris di Roma, si era arrivati  all’arresto di tre soggetti e alla denuncia di uno, ed erano state recupera di quattro auto. Quasi un anno di accertamenti  hanno permesso poi l’emissione e l’esecuzione delle misure  cautelari: i militari hanno individuato tutti i 15 presunti  componenti del sodalizio criminoso.

 

Suddivisi in batterie, partivano ogni settimana da Cerignola  gruppi di tre o quattro persone a bordo di autovetture prese a  noleggio per raggiungere località rivierasche di Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. I malviventi si impossessavano  di autovetture utilizzando chiavi modificate e centraline  ‘scodificate’: poi le vetture venivano portate nella zona di Cerignola e smontate per venderne i componenti.

Uno degli  indagati ha agito mentre si trovava già agli arresti domiciliari  per altra vicenda. All’operazione di stamani hanno preso parte  60 militari supportati anche da un velivolo del 5/o Nucleo  Elicotteri Carabinieri di Pescara.

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