Omicidio Silvi, parla Giuseppe: “Non volevo uccidere mio padre”

E’ stato convalidato dal gip Domenico Canosa il fermo di Giuseppe Di Martino, il 45enne architetto di Silvi che deve rispondere dell’ipotesi di reato di omicidio volontario del padre Giovanni. 

Di Martino resta in carcere su decisione del gip.

Assistito dal legale Nicola De Majo, l’architetto ha parlato oggi davanti al giudice nel corso dell’udienza di convalida, confermando la sua versione dei fatti, ovvero che sarebbe intervenuto per difendere la mamma nell’ennesima lite scoppiata in casa e che non avrebbe intenzionalmente sbattuto il padre contro un tavolo, tesi invece sostenuta dalla procura di Teramo (fascicolo nelle mani del pm Enrica Medori). Il padre, secondo la ricostruzione di madre e figlio, sarebbe caduto nel tentativo del 45enne di allontanarlo dalla mamma.

Ad occuparsi dei riscontri nell’abitazione di Silvi Marina sono i carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo, diretti dal tenente colonnello Luigi Dellegrazie. Secondo chi indaga, Giuseppe avrebbe sbattuto il padre sul tavolo, provocandogli lesioni e fratture riscontrate anche nell’autopsia eseguita nelle scorse ore dall’anatomopatologo Pietro Falco (presente anche il consulente di parte, dottor Giuseppe Sciarra).

L’esame autoptico e le lesioni riscontrate sul corpo del 73enne, non avrebbero chiarito la dinamica di quanto avvenuto.

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