Mosciano, morte nel cantiere: figlio patteggia la pena

Andrea Suriani, 66 anni, imprenditore edile teramano, morì cadendo da una porta finestra nel cantiere di una palazzina in ristrutturazione a Mosciano nel febbraio di un anno fa.

 

 

Una morte per la quale questa mattina il figlio Jacopo, assistito dall’avvocato Gennaro Cozzolino, in qualità di titolare della ditta che stava svolgendo i lavori e di capo cantiere ha patteggiato 1 anno e 4 mesi, pena sospesa, per omicidio colposo, con la disponibilità a svolgere due mesi di servizio socialmente utile presso la Croce Rossa di Teramo.

 

 

Per la stessa vicenda è stato inoltre rinviato a giudizio il committente dei lavori, con il processo a suo carico che si aprirà nel mese di aprile.

 

 

La vittima, che quel giorno stava lavorando nel cantiere di una palazzina a Mosciano, in via Papa Giovanni XXIII, morì cadendo da una porta finestra. Una morte per la quale la Procura contestava al figlio, in virtù del suo ruolo, come si legge nel capo di imputazione, di “non aver adottato misure idonee al caso specifico ad impedire la caduta di persone”.

 

 

Al committente dei lavori viene invece contestato la “mancata nomina di un tecnico professionista del settore edile a cui dare incarico di coordinamento in fase di progettazione ed esecuzione dell’opera e che potesse dettare soluzioni tecniche e misure da rispettare mediante la redazione di un piano di sicurezza”.

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