Le corsie ciclabili scatenano il dibattito a Teramo

“Credo che l’amministrazione stia perdendo il senso della misura. Pur di fare vedere che si fanno le piste ciclabili e pedonali queste si costruiscono nei modi e negli spazi più impensabili”.

A dirlo Siriano Cordoni, coordinatore di Area BiancoRossa Teramo.

“Poi che le piste ciclabili e i percorsi pedonali siano a due centimetri dagli scarichi degli autobus, che i camion non abbiano lo spazio necessario e si vedano costretti a invadere le piste, non ha importanza. E’ indispensabile potersi fregiare del titolo: Teramo è una città a misura d’uomo. Teramo ha le piste ciclopedonali. Venite gente a rischiare la pelle passando nelle piste volute dall’amministrazione comunale, pur di spendere i nostri contributi pubblici”.

E ancora: “Personalmente ho un’altra concezione di tutela della salute. L’attività fisica va fatta in sicurezza. In ambiente salubre. Non in mezzo allo smog, con il rischio di essere investiti alla minima distrazione. Non si risolve il problema dei trasporti con soluzioni puerili. Basta vedere le ultime piste disegnate ieri lungo viale Crispi. Hanno disegnato delle carreggiate della larghezza minima di circa due metri e venti comprese le strisce a terra. Il codice della strada prevede una larghezza di minimo 2 metri e 80 cm. Infatti è sufficiente guardare la foto allegata. Le ruote dell’autobus a malapena entrano nello spazio disegnato a terra. Se si incrociano due autobus, uno “deve” invadere la pista ciclabile per evitare che gli specchietti retrovisori degli autobus si urtino vicendevolmente. Ed è semplicistico rispondere che le carreggiate sono “condivise” e che quindi possono essere utilizzate vicendevolmente. Una volta che ci scappa il morto voglio vedere chi racconta al povero cristo che stava percorrendo una pista “condivisa”!”.

Sull’argomento è intervenuta anche la Fiab Teramo: “Pensavamo di non dover tornare più sull’argomento ma, purtroppo, forse anche complice l’imminente campagna elettorale, tornano le polemiche sulle “corsie ciclabili”, impropriamente confuse con le “piste ciclabili” o addirittura, con le “piste ciclopedonali”. E dispiace leggere tali inesattezze da parte di chi, con i comitati di quartiere, aveva perorato una diversa mobilità proponendo percorsi ciclabili per la zona della stazione. Tale zona è, purtroppo, oltremodo oppressa dal traffico automobilistico privato, con frequentissimi casi di parcheggio selvaggio, ingorghi stradali, inquinamento acustico e dell’aria e forte rischio di incidentalità per tutta l’utenza debole delle strade, pedoni in primis. L’introduzione nel codice della strada delle corsie ciclabili e delle case avanzate, oltre ad avvicinare un po’ più l’Italia al resto dell’Europa, è quello di rendere le strade più fruibili e sicure a pedoni e ciclisti riducendo la velocità delle automobili. Soprattutto a Teramo – città che tra le prime in Italia per tasso di inquinamento – dove l’auto privata viene abitualmente usata per spostamenti inferiori ai tre/quattro km, attraversabile in pochi minuti in bici e a piedi, sarebbe il caso di seguire le raccomandazioni della Società Italiana di Pediatria che con FIAB ha lanciato la campagna  per diffondere le buone pratiche su salute e mobilità a partire dai più piccoli”.

E prosegue la Fiab: “La corsia ciclabile serve principalmente a ricordare agli automobilisti che esistono anche i ciclisti, che hanno lo stesso diritto ad usare la strada. Come FIAB siamo a disposizione di tutte le forze politiche ed i movimenti che vogliono impegnarsi per una città più vivibile, sicura e a misura d’uomo, donna, bambini e anziani, per collaborare affinché tutti siano liberi e messi nella condizione zone di poter utilizzare mezzi pubblici efficienti e biciclette o di poter spostarsi a piedi, senza la schiavitù del mezzo privato motorizzato che’ spesso, è un onere gravoso per le già stremate famiglie teramane“.

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