Ladri di auto in trasferta: ecco come agiva la banda. Almeno 50 i furti messi a segno

Teramo. Almeno 49 furti di auto, per un controvalore di 600mila euro, in sedici mesi. Dal gennaio del 2018 all’aprile del 2019. Tutti o quasi con lo stesso cliché operativo: batterie di criminali in arrivo dalla Puglia, che rubavano vetture con la tecnica della sostituzione della centralina. Colpivano sempre sul versante adriatico, dall’Abruzzo alle Marche e anche nella terra natia, ossia la Puglia.

Lunghi mesi di indagine, visioni di immagini dei sistemi di sorveglianza, hanno consentito ai carabinieri del comando provinciale di Teramo di dare un’identità alla banda, una delle tante, che facevano razzie di auto per poi smontarle e rivendere i pezzi di ricambio.
Questa mattina, in esecuzione di una misura cautelare emessa dalla Procura di Teramo, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Teramo, in collaborazione con i colleghi della compagnia di Cerignola, hanno arrestato sette persone. Tutte residenti in Puglia, a Cerignola, accusati di associazione a delinquere alla commissione di furti di autovetture e ricettazione della tesse o parti di essere. Per tutti è scattata la detenzione domiciliare con l’applicazione del braccialetto elettronico. E’ l’atto conclusivo dell’operazione “car hunting”, coordinata dalla Procura di Teramo.

Il dilagante fenomeno dei furti di auto nella provincia di Teramo, negli anni 2018/2019 ha creato un forte allarme sociale, facendo registrare circa 80 episodi specifici, che hanno interessato altrettante autovetture, per un valore stimato superiore al milione di euro.

Per porre un freno all’escalation del fenomeno, il personale del Nucleo Investigativo, a partire dall’ottobre del 2018, ha pianificato accurate attività info–investigative, e partendo da sempre più accurati sopralluoghi nei posti dove avvenivano i furti, acquisivano soprattutto immagini da sistemi di video riprese sia pubblici che installate presso privati, arrivando ad attenzionare due giovani originari di Cerignola scevri da legami con la provincia di Teramo.
I primi riscontri investigativi evidenziavano che i due giovani pugliesi, con precedenti, facevano parte di un gruppo più ampio e specializzato in furti di auto con la tecnica della “centralina” (asportazione del mezzo previa sostituzione della centralina elettronica con altra opportunamente modificata) e gli stessi da anni erano soliti frequentare il teramano nonché le vicine Marche, dove mettevano a segno i numerosi e ripetuti colpi, per poi scappare a forte velocità con i veicoli asportati veicoli verso Cerignola dove i veicoli venivano cannibalizzati dei vari componenti, ed i telai dati alle fiamme o “tagliati”.

A capo della banda criminale, c’era un uomo di Cerignola, a sua volta gravato da numerosi precedenti, che
partecipava attivamente a tutte le fasi delle attività delittuose, reclutando e fidelizzando i gregari, pagandone il compenso e provvedendo alla consegna del mezzo asportato ai diversi ricettatori in loco. Il gruppo non aveva contatti con basisti sul territorio ma perfetta conoscenza delle aree da colpire, prediligendo la dorsale adriatica soprattutto per comodità

sia per raggiungere gli obiettivi che soprattutto per il veloce rientro in sede con i mezzi rubati, attraverso il tratto autostradale che la parallela statale 16.
Le indagini, svolte tra il gennaio 2018 e l’aprile 2019, hanno appurato che i componenti del sodalizio asportavano, nelle regioni Abruzzo, Marche, e Puglia, almeno 49 autovetture per un valore commerciale quantificato complessivamente in 600mila euro. Gli arrestati, uno era già ristretto in carcere, sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.

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