Inchiesta Palazzo Centi. Claudio Ruffini: fine di un incubo. Ma la vicenda mi ha segnato

Giulianova. Parla Claudio Ruffini. L’ex capo della segreteria del Governatore Luciano D’Alfonso (e amministratore di lungo corso), finito sotto inchiesta per la vicenda di Palazzo Centi, fa le sue considerazioni.

 

Il “caso” giudiziario si è oramai sgonfiato, con la richiesta di archiviazione. Ma quello che resta è soprattutto l’amarezza per una vicenda che ha adombrato quello che è stato il suo percorso di amministratore.

 

L’INTERVENTO

 

“La richiesta di archiviazione del PM Fabio Picuti avanzata nei miei confronti per la vicenda di Palazzo Centi è pienamente conforme a giustizia”, scrive Claudio Ruffini. “ Le indagini, al di là delle fragili presunzioni accusatorie, hanno dimostrato che non vi sono state episodi di corruzione, né interferenze nella gara d’appalto per Palazzo Centi.

Il risalto mediatico che l’indagine ebbe sui media e l’irruzione dei carabinieri del NOE nella mia abitazione alle prime ore del mattino, restano fatti gravissimi, traumatici che hanno colpito irreparabilmente me e la mia famiglia.

Ho subito il sequestro di computer e cellulari, sono state formulate accuse gravissime ed infondate e i miei familiari hanno vissuto un periodo durissimo, convivendo con umiliazioni e turbamenti la vicenda che mi ha segnato sul piano umano ed etico.

Con tanti anni di vita politica ed amministrativa, mai ero stato indagato per corruzione e turbativa di una gara d’appalto. La mia trentennale esperienza nelle istituzioni è stata contraddistinta dalla rigorosa osservanza delle regole e dal costante servizio alla collettività.

La messa in discussione di questi principi morali, che hanno sempre guidato il mio agire politico, hanno pesato ingiustamente sulla mia immagine di uomo pubblico. La richiesta di archiviazione, oggi mi restituisce un po’ di serenità, dopo un processo che ha stravolto la mia vita personale: ha accelerato la mia uscita dalla vita pubblica, impedendomi ogni attività pubblica e politica. L’accertamento della verità da parte del dott. Fabio Picuti mi rincuora. Sono ancora scosso, ma intravedo uno spiraglio di luce.

Nel leggere le poche righe con le quali il Pm, demolendo il colossale processo, dichiara che “non emerge alcun coinvolgimento o interessamento illecito” della mia persona nella gara d’appalto, ma che si trattava di “doverosi interessamenti derivanti dai compiti di ufficio di sorveglianza e di propulsione dell’azione amministrativa”, riabilita pienamente la mia figura di persona onesta agli occhi di chi mi ha conosciuto, dei cittadini della cui stima e del cui rispetto mi sono alimentato per tanti anni, ottenendo la loro fiducia e il loro consenso.

Ringrazio da ultimo, ma non ultimo, il mio avvocato, Gennaro Lettieri, che con irriducibile impegno ha contribuito alla rapida assoluzione”.

 

 

 

Impostazioni privacy