Incendio al Cirsu: i carabinieri scoprono che la discarica è abusiva e livelli altissimi di monossido

Livelli altissimi di monossido di carbonio. E’ quanto accertato ieri con i vigili del fuoco di Teramo, dai carabinieri di Giulianova nel corso del sopralluogo agli impianti del Cirsu, a seguito di un principio di incendio sviluppatosi in mattinata.

Coordinati dal maggiore Vincenzo Marzo, che ha eseguito personalmente una serie di rilievi, i militari hanno anche scoperto che la discarica del Cirsu è a tutti gli effetti abusiva perché le autorizzazioni regionali sono scadute nel 2015.

Il comandante Marzo ha rimesso un rapporto alla Procura di Teramo perché la situazione all’interno del polo tecnologico di Grasciano viene considerata assai grave sotto vari aspetti, legati sia all’ambiente, sia alla salute dei cittadini. Entro le prossime 48 ore, inoltre, si conosceranno anche le analisi dell’Arta, l’agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente, intervenuta sul posto su richiesta del sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura che dettato anche un ultimatum alla Regione.

Entro febbraio e prima delle elezioni politiche del 4 marzo i capannoni del Cirsu, a Grasciano, dovranno essere svuotati. Tutti i rifiuti organici attualmente stoccati all’interno delle strutture del polo tecnologico dovranno essere portati via. L’area di Grasciano deve essere bonificata per non correre più rischi come quello corso ieri quando a causa di un’autocombustione dei rifiuti si è sviluppato un focolaio che avrebbe potuto scatenare un incendio di vaste proporzioni con danni ambientali e per la salute dei cittadini.

Le ultime 24 ore sono state intense, frenetiche per il capo della Giunta Comunale di Notaresco, territorio che ospita gli impianti del Cirsu. Di Bonaventura si è sentito più volte al telefono con il vice presidente della Regione Giovanni Lolli e ha sollecitato un’azione immediata da parte della Direzione Regionale Area Rifiuti.

Un mese di tempo, dunque, per risolvere la questione. Due gli aspetti sottolineati nuovamente dal sindaco Di Bonaventura. Il primo riguarda il rischio che andando incontro alla bella stagione, l’innalzamento delle temperature potrebbe favorire l’autocombustione dei materiali creando anche più focolai che a quel punto diventerebbero complicati da gestire.

Il secondo aspetto è legato al fatto che il Comune di Notaresco non ha mai avuto il ristoro, in termini economici, promesso dal Cirsu per la presenza degli impianti sul territorio comunale. Per Di Bonaventura ci sono tutti i presupposti per smantellare la struttura. A meno a che, chi dovesse subentrare nella gestione degli, chiusi ormai da mesi, ne garantisca il perfetto funzionamento.

Impostazioni privacy