Il 25 aprile di chi resiste: in attesa degli stipendi e della cassa integrazione. L’appello dei sindacati

FIM CISL e FIOM CGIL della provincia di Teramo, in un momento così particolare, augurano a tutte e tutti un buon 25 aprile, auspicando si riscopra il senso vero della Resistenza che 70 anni fa ci ha liberati dalla dittatura.

 

Donne e uomini che decisero, in nome di un Ideale, di mettere in gioco le proprie vite per costruire una società più giusta, in cui si potesse essere liberi: di esprimersi, di muoversi e liberi dal bisogno. Oggi, in troppi, sono costretti a vivere prigionieri di bisogni che non riescono a soddisfare perché vittime di vicende che non sembrano trovare soluzione. Soprattutto per loro, per la loro resistenza collettiva ed individuale, questo 25 aprile dovrà rappresentare un momento di liberazione.

 

Per i 150 dipendenti dell’ATR, che per reclamare il diritto a vedersi pagato lo stipendio, hanno scioperato e presidiato ininterrottamente per tre settimane, giorno e notte, la loro fabbrica, ma che ancora non percepiscono un euro.

 

Per i 50 lavoratori della VECO, che per difendere il proprio posto di lavoro, in fonderia, hanno combattuto per anni, ritrovandosi, infine, senza neanche la cassa integrazione pagata.

 

“Per le migliaia di metalmeccaniche e i metalmeccanici le cui fabbriche in queste settimane si sono fermate per la cassa integrazione e i cui pagamenti tardano ad arrivare”, scrivono le due organizzazioni sindacali. “Soldi che non arrivano anche a causa della gestione della Regione Abruzzo che si è dimenticata di preoccuparsi di tutti. La Giunta regionale ha preferito seguire le sirene romane e su quell’onda inventarsi sussidi di difficile accesso e senza un reale ritorno. Non si è preoccupata, invece, di inviare le domande di cassa in deroga: troppo presi, forse, in teatrini che hanno visto amministratori ammainare bandiere il cui senso gli era probabilmente ignoto, stanno costringendo migliaia di famiglie a vivere nell’attesa di soldi che non arrivano”. “E questo 25 aprile dovrà rappresentare, anche, il ringraziamento a chi, oggi come ieri, si è messo a disposizione degli altri combattendo un virus che ha diffuso paura e morte.

 

E il nostro ringraziamento va, in particolare, ai metalmeccanici manutentori degli ospedali che con la loro attività e con il loro solito spirito di sacrificio, hanno consentito che queste strutture continuassero a funzionare anche durante l’emergenza”,scrivono i sindacati. “Seguendo il loro esempio ne potremo uscire, insieme. Perché nessuno si salva da solo e ci salveremo solo se, uno a fianco all’altro, capiremo che la solidarietà sarà l’arma che ci consentirà di vincere, tutte e tutti”,

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