Gli scenari del pesce azzurro in Adriatico: l’OP pesca di Martinsicuro presente al convegno nelle Marche

Nel corso dell’VIII Edizione di Anghiò, Festival del Pesce Azzurro (a Porto Sant’Elpidio), l’appuntamento di approfondimento organizzato da PIS – CEA “Ambiente e Mare”, R. Marche, si è tenuta l’importante tavola rotonda sul tema “Pesce Azzurro in Adriatico: nuovi scenari, quote UE, organizzazione di produttori e valorizzazione del prodotto”.

 

Tra i temi del dibattito, lo sfruttamento sostenibile delle risorse, che vede una misura concreta nell’Istituzione del Piano Pluriennale per gli stock di piccoli pelagici in Adriatico, il primo centrato ad hoc sul bacino del Mediterraneo.

I pesci del Mediterraneo, infatti, non sono mai stati soggetti a piani in cui si stabilivano dei limiti massimi di cattura, le sole eccezioni sono avvenute recentemente per il pesce spada e per il tonno rosso. Oggi la commissione vorrebbe ricostituire gli stock di specie come la sardina, l’acciuga, lo sgombro e il sugarello, tramite delle quote imposte ma con il rischio di zavorrare un comparto che solo negli ultimi sei anni ha già perso in Italia il 50% della sua potenzialità.

 

Al momento è in discussione a Bruxelles, la proposta di 112 mila tonnellate da dividersi in parti uguali tra i tre paesi Italia, Croazia e Slovenia; propri questi ultimi due paesi infatti, hanno le stesse proposte di quote di pescato dell’Italia che però sono sproporzionate rispetto alla loro popolazione e fabbisogno, nettamente inferiore a quella di un paese più popoloso come l’Italia (Croazia ha 4 milioni di abitanti, la Slovenia 2 milioni e l’Italia addirittura 10 volte tanto).

Inoltre la Croazia e la Slovenia destinano metà delle quote che ricevono per alimentare gli allevamenti di tonni in cattività “enorme spreco di pescato”, mentre i pescatori italiani immettono il pesce azzurro nel mercato, tra “San Benedetto e Martinsicuro” si producono 5 o 6 mila tonnellate.

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