Disabili, le preoccupazioni delle famiglie dopo la chiusura dei centri diurni. L’appello al Presidente Marsilio

Tra i temi che, al momento sembrano essere scomparsi da qualsiasi ragionamento sulla fase due c’è senza ombra di dubbio l’assistenza dei ragazzi disabili e persone affetti da disturbi psichici e dallo spettro autistici.

 

Con l’avvio del lockdown i centri diurni semi-residenziali hanno chiuso in battenti in Abruzzo, e non solo. Ma di riflesso sono nati dei problemi da parte delle famiglie nella gestione dei ragazzi. Dopo oltre 45 giorni, senza terapie adeguate, la gestione di chi è affetto da tali gravi disabilità, è diventata molto complicata. Nervosismo, tensioni e gesti di autolesionismo iniziano a manifestarsi. E da parte di diverse famiglie della Val Vibrata (e non solo) arriva una presa di posizione sulla questione. “Le famiglie sono state lasciate sole durante questa emergenza”, racconta una mamma. “ C’è un’emergenza sanitaria, ma da parte della Asl poteva essere pensata un supporto domiciliare perché i nostri ragazzi, senza le adeguate terapie, manifestano segnali di insofferenza. In questi oltre 45 giorni, di tutto si è parlato tranne che quando potranno riaprire i centri diurni”.

 

Le difficoltà del momento, però, si innestano su una serie di incertezze sul futuro. E le famiglie lanciano un appello pubblico al presidente della Regione, Marco Marsilio. “Vorremmo conoscere quelle che sono le prospettive future chiediamo alla Regione di fornirci delle risposte e sbloccare alcune situazioni in itinere”.  E in questo contesto torna in auge la questione della Rsa di Villa Volpe di Giulianova, struttura per la quale alcune famiglie hanno un provvedimento del giudice per l’inserimento dei rispettivi figli affetti da disabilità in una struttura residenziale. Prima dello scoppio della pandemia era stato intavolato un discorso per attivare la struttura. Ora tutto si è bloccato, ma uno scenario va prefigurato in tempi rapidi.

 

 

 

 

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