Covid19, non possiamo abbracciarci, ma abbracciamo la terra: la lettera

Carissimi amici,

non amo i social, ma in questo momento che abbiamo tanto tempo per pensare, riflettere, ipotizzare, sento la necessità di condividere con voi le mie realistiche previsioni improntate alla mia esperienza di vita.

 

Dicono che ciò che stiamo vivendo sia peggio di una guerra che investe soprattutto l’economia. Purtroppo gran parte dei più deboli e degli anziani stanno morendo e continueranno a morire se non trovano subito un vaccino. Così come La Spagnola esattamente un secolo fa falcidiò milioni di persone, e durò tre anni circa, anche questa pare non scherzi. Ora parliamo dei sopravvissuti che sicuramente non saranno più come prima e che se non sono forti e ben strutturati, avranno dei problemi di carattere psicologico e non solo.

 

Come oggi cerchiamo affannosamente le mascherine, fra qualche mese, come dopo ogni guerra, potremmo sperimentare la fame non trovando farina, ortaggi, legumi, sale e zucchero. Ora giustamente ringraziamo medici ed infermieri, a breve potremmo trovarci nelle condizioni di implorare gli agricoltori, così tanto poco considerati, a darci il cibo per sfamarci. Io sono nata alcuni anni dopo la seconda guerra mondiale, in un periodo di miseria, ma bello perché pieno di speranze di miglioramenti tangibili a tutti i livelli. Mio padre era un agricoltore, proprietario di una casa e di terreni, per cui alla mia famiglia non è mancato mai nulla. Ogni anno si macellavano due maiali, avevamo polli, conigli, agnelli, ortaggi e frutta di stagione in quantità più che abbondante. Avevamo, cioè, per così dire il supermercato in casa. Mio padre mi raccontava di quante persone sfamava nella nostra zona; di quanti professionisti, ingegneri, avvocati e sfollati di ogni ceto sociale provenienti perfino da Pescara andavano ad offrire il loro aiuto nei campi solo per mettere insieme un pranzo o una cena.

 

Qualcuno potrà pensare “Io ho i soldi e compro ciò che mi serve”, Non è così. Non è così se gli scaffali dei supermercati saranno vuoti o le poche cose in commercio avranno prezzi esorbitanti. Già adesso non riusciamo a trovare alcuni prodotti quali disinfettanti, lievito di birra, ed altro. Naturalmente i Paperoni si salveranno sempre, a soffrire non saranno solo i poveri ma anche il ceto medio-alto. Ciò che noi acquistiamo nei supermercati proviene da varie parti di questo mondo così tanto globalizzato. Siamo in grado noi in Italia di produrre tutto ciò che ci serve? Direi proprio di no. Oggi parliamo solo del virus e nessuno parla della crisi che ci sarà in agricoltura per la mancanza di manodopera e per la siccità dovuta ai cambiamenti climatici. Già in questa stagione i fiumi sono quasi asciutti, perfino il Po ha una minima portata d’acqua. Mi dite come innaffiamo i campi? Facciamo i pozzi? Ok si abbasseranno le falde acquifere, così poi moriremo anche di sete. Come adesso ogni paese cerca di tenersi le mascherine ed i presidi sanitari vari, così fra un po’ ogni paese si chiuderà e si terrà le proprie derrate alimentari.

 

In questi giorni, mi sono resa conto della ricchezza che ho in casa, anche se mi mancano tante altre piccole cose, possiedo olio, vino, pomodori e polli di nostra produzione nel congelatore. Riscopriamo e rivalutiamo l’agricoltura così tanto bistrattata e smettetela di chiamare in senso dispregiativo contadini e cafoni gli agricoltori e pecorai gli allevatori. Non sarà che a breve li osanneremo e li rivaluteremo come gli infermieri oggi? Dopo questa lunga premessa, in questa maledetta primavera, mi permetto di darvi un consiglio: seminate e piantate tutto ciò che è possibile per raccogliere durante la prossima estate. Se avete un pezzo di terra dissodatelo, se avete un orto coltivatelo in ogni angolo, in ogni terrazza è realizzabile un orticello. Se nelle grandi città ciò non è possibile, nelle frazioni, nei piccoli Comuni della nostra bella Italia si può fare. Se non avete un pezzo di terra prendetelo in affitto, oppure offrite il vostro aiuto in campagna ad amici o parenti per avere in cambio prodotti agricoli. Intanto iniziamo ad acquistare nei nostri caseifici, dai nostri produttori più vicini, nei negozi alimentari e di ogni altro genere nel nostro territorio.

 

Io sono una ex insegnante, e mio marito un geometra ma non abbiamo mai abbandonato totalmente la terra dei nostri genitori per avere sempre alcuni prodotti genuini. Tutti possiamo farlo, Volere è Potere. Quindi se non possiamo abbracciare le persone riabbracciamo la terra! Non ci deluderà ci darà il cibo genuino, ci permetterà di respirare a pieni polmoni, di lavorare distanziati tenendo il virus lontano, e di abbronzarci senza timore visto che quest’anno probabilmente non potremo prendere la tintarella al mare. L’unico problema è che se andiamo su terreni altrui in amicizia bisogna trovare una modalità per starci in sicurezza visto che in caso di baratto non valgono i voucher e non si hanno tutele, ma questo è un altro discorso. Sono pessimista? Spero che abbiate ragione.

 

Cari saluti, buona vita a tutti. (Maria Angela Vanni ex insegnante, ex assessore nel Comune di Campli)

 

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