Corropoli, parte il restauro del dipinto di Arquata: il progetto

Il dipinto a olio su tela “Annunciazione” del XVI secolo proveniente dalla Chiesa SS. Annunziata nel Comune di Arquata del Tronto, salvato dal sisma che nel 2016 ha colpito il centro Italia, sarà restaurato.

 

Ieri, venerdì 23 febbraio 2018, nel corso di una conferenza che si è svolta nel Parco Archeologico e Museo di Ripoli di Corropoli è stato presentato l’avvio del restauro dell’opera. Una iniziativa che si aggiunge a quella del 30 ottobre scorso, quando furono presentati i lavori di restauro di altre due opere salvate dal sisma e provenienti da Arquata (“Madonna con Sindone e Angeli e San Carlo Borromeo).

 

Anche in questa occasione sono stati presenti tutti gli attori coinvolti in questo importante progetto: dagli amministratori ai referenti delle soprintendenze, al personale che ha effettuato il recupero e la messa in sicurezza delle opere ai restauratori e agli storici dell’arte, oltre ai rappresentanti della Colgate Palmolive Italia srl, azienda che, anche con i suoi dipendenti, ha finanziato i lavori.

L’incontro è stato organizzato da Italico Onlus, con il patrocinio del Comune di Corropoli e del Comune di Arquata del Tronto. I lavori di restauro, che verranno effettuati nei locali al Piano Terra del Parco Archeologico e Museo di Ripoli a Corropoli, saranno aperti e visionabili dai cittadini, dagli studenti e dai rappresentanti delle istituzioni interessate.

 

Dopo i saluti del Presidente di Italico Onlus, Maurilio Migliorati, del sindaco di Corropoli, Umberto D’Annuntiis, e del consigliere comunale di Arquata del Tronto, Leonardo Gabriele, sono intervenuti i vari attori coinvolti nel recupero dell’opera ed esperti del settore. In particolare a prendere la parola sono stati i referenti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e dell’Abruzzo, rispettivamente Pierluigi Moriconi e Maria Grilli.

L’attenzione si è quindi spostata sulle enormi difficoltà incontrate dal personale che ha effettuato il recupero e la messa in sicurezza delle opere d’arte come i Vigili del Fuoco e i Carabinieri. A intervenire è stato il comandante dei Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale delle regioni Marche e Abruzzo Carmelo Grasso. Si è poi parlato del valore identitario delle opere d’arte per una comunità e dell’importanza di studi specifici con il rettore dell’Università di Camerino, Claudio Pettinari, e con il responsabile del Corso di Laurea in Tecnologie e Diagnostica per la Conservazione e il Restauro dell’Università di Camerino, Marco Materazzi. A prendere la parola poi è stato l’Amministratore delegato della Colgate Palmolive Italia srl, Michele Patete, che ha raccontato il percorso che ha portato alla decisione di finanziare il restauro.

L’attenzione è poi stata posta sui lavori di restauro con gli interventi dello Storico dell’Arte e docente nell’Università di Camerino, Alessandro Delpriori, che ha parlato del valore artistico dell’opera; di Graziella Roselli, dell’Università di Camerino, responsabile del laboratorio di Diagnostica Chimica per i Beni Culturali e dei referenti di due realtà impegnate nel restauro: la start up Art&Co-spinoff dell’Università degli Studi di Camerino, rappresentata da Giuseppe Di Girolami, che ha parlato delle tecnologie utili alla diagnostica e l’Adip sns, rappresentata da Michele Aureli e Serena Petrelli, che si sta occupando fattivamente del restauro.

 

“Siamo molto soddisfatti per la riuscita di questa conferenza – dichiarano il direttore artistico e il Presidente di Italico Onlus, rispettivamente Dino Di Berardino e Maurilio Migliorati – è stata una occasione importante per riflettere sulle professionalità richieste per la messa in sicurezza e la salvaguardia dei beni culturali italiani, in particolare di quelli danneggiati dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale e sul grande valore identitario dell’arte.

Il restauro di questa opera è un segno tangibile del funzionamento della filiera istituzionale, universitaria, professionale e di volontariato che, in particolare grazie al Comune di Corropoli che ha messo a disposizione l’infrastruttura idonea, sta operando per salvaguardare un patrimonio culturale diffuso e nascosto”.

 

 

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