Coronavirus, Val Fino zona rossa: lettera dei sindaci a Regione, Prefetto e Ministro

I sindaci della provincia di Teramo hanno inviato nel tardo pomeriggio una lettera al Presidente della Regione Abruzzo, al Prefetto di Teramo e al Ministro per gli Affari Regionali, contenente la richiesta dell’istituzione di una zona di protezione speciale nell’area del Valfino. 

La lettera è un sostegno concreto al Presidente Marsilio per assumere la relativa decisione. Nella missiva si fa esplicita richiesta “di un intervento istituzionale che consenta di  arginare e bloccare il rischio di diffusione del contagio da e verso la zona” in questione. 

I sindaci sottolineano come l’eventuale decisione sia di fatto il riconoscimento “sul piano ‘strettamente sanitario’ di un’emergenza eccezionale che ha colpito un’area che comprende più Comuni, su cui si deve intervenire con un atto forte che impedisca la propagazione e lo scambio del contagio con le zone limitrofe”, considerato che il numero dei casi registrati e conclamati “può costituire un elemento di grave rischio sanitario per il territorio dell’intera provincia e non solo. Rischio incrementato, ovviamente, dall’elevato numero di attività produttive presenti e operanti nella zona con conseguente flusso quotidiano di lavoratori”. 

Di conseguenza i primi cittadini chiedono “di adottare un’ordinanza regionale simile a quelle già adottate dalla Regione Emilia Romagna o dalla Campania che sono già operative”. 

I sindaci della Provincia di Teramo chiedono il provvedimento con assoluta urgenza e indifferibilità e lo invocano in tutte le sedi: regionale, prefettizia e governativa e per dare forza alla richiesta rimarcano come : “Per raggiungere questo obiettivo è imprescindibile una immediata azione restrittiva che dovrà tener conto necessariamente delle esigenze sanitarie di carattere locale o regionale se vogliamo realmente impedire la propagazione del contagio in aree, come la nostra, che in questi giorni sta registrando l’incremento esponenziale del  numero dei casi positivi. Il Governo non potrà che tener conto di questa assoluta esigenza sanitaria che può essere soddisfatta efficacemente solo attraverso misure territorialmente mirate più restrittive rispetto a quelle disposte dall’ultimo D.P.C.M. dell’11 marzo”. 

 

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