Colonnella, vertenza ATR: in arrivo la cassa integrazione

Colonnella. In dirittura d’arrivo la procedura per liquidare la cassa integrazione per i dipendenti dell’ATR di Colonnella.

 

La notizia è emersa ieri, nel corso dell’incontro in videoconferenza con la prefettura di Teramo per dipanare la matassa relativa all’intricata vertenza che investe la storica azienda del polo del carbonio.

L’elemento positivo, in una situazione che resta comunque complessa, riguarda la comunicazione dell’Inps che ha fatto sapere che sta procedendo nella lavorazione dei mandati di pagamento per la cassa integrazione che, a questo punto, potrebbe essere liquidata nei prossimi giorni.

Per quanto concerne gli stipendi arretrati, così come riferiscono le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, il presidente dell’ATR ha detto di essere prossimo ad attivare un conto corrente per poi pagare le 4 mensilità pregresse.

 

La prefettura ha chiesto un impegno scritto a Di Murro in nel quale vengano specificati le modalità di pagamento e una volta adempiuto a questo aspetto, di aprire una discussione sul futuro dell’azienda.

 

Valentina Corneli (M5S). I lavoratori della ATR di Colonnella da cinque mesi non percepiscono né gli stipendi né la cassa integrazione, e trovo inconcepibile che la loro vertenza non abbia ancora trovato una soluzione neppure a fronte di uno sciopero ad oltranza che va avanti dal 17 febbraio. Così si rischia di mandare letteralmente sul lastrico centinaia di famiglie, che da troppo tempo attendono risposte dalla proprietà e dalle istituzioni. I sindacati e le parti sociali hanno fatto e stanno continuando a fare il possibile, ma senza ottenere per ora nulla di concreto, anche a causa della mancanza di un intervento incisivo della Regione Abruzzo e della Provincia di Teramo.

 

Mi auguro davvero che l’ennesima riunione in videoconferenza fissata per domani dalla Prefettura di Teramo sia l’occasione giusta, e che finalmente arrivino buone notizie per i lavoratori. Credo inoltre che sia opportuno sin da ora pensare al futuro dell’azienda, non essendo sufficiente accontentarsi di misure-tampone. Infatti ormai è chiaro che la proprietà non ha mai rilanciato – come promesso – la produzione, né tantomeno è stata in grado di risollevare l’azienda da quell’esposizione debitoria che solo poco tempo fa l’ha portata sull’orlo del fallimento e della definitiva chiusura. Per questo ritengo che finché si è in tempo andrebbe convocato un tavolo per individuare risposte alla crisi strutturale dell’ATR, tra cui – probabilmente – anche quella di aprire ad eventuali nuovi investitori in grado di assicurare un futuro ai lavoratori, mediante un progetto di rilancio dell’attività con il contestuale apporto di capitali. Io nel frattempo ho deciso di interessare anche il Ministro del Lavoro e mi attiverò in ogni sede per rappresentare la vicinanza dello Stato a questi lavoratori, rendendomi disponibile a collaborare per l’individuazione di soluzioni concrete che lascino prospettive anche per il futuro di 150 persone che hanno contribuito con le proprie mani a sostenere la produttività del comparto industriale abruzzese.

 

 

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