Giulianova, investì un pensionato poi deceduto: rintracciata e denunciata teramana FOTO VIDEO

Dopo tre mesi di duro lavoro, tra analisi di celle telefoniche ed indagini ad ampio raggio, è stata rintracciata e denunciata la 73enne (R.D.B.) che, secondo le indagini, era alla guida di quella Renault Clio grigia vecchio modello che il 2 giugno scorso investì Camillo Pechini, 89enne di Colleranesco, poi deceduto a 46 giorni dall’incidente.

Un’operazione che ha visto protagonisti la polizia stradale di Teramo, diretta dal vice questore Nadia Carletti, con il sostituto commissario Antonio Bernardi che da subito si è occupato dei rilievi e delle indagini del caso. Ma senza la collaborazione della squadra di polizia giudiziaria della stradale (diretta dal sostituto commissario Stefano Di Stefano) e della polizia postale (diretta dal sostituto commissario Tazio Di Felice) si sarebbe arrivati ad identificare la donna forse solo molto più in là.

L’ACCADUTO Camillo Pechini, pensionato, fu investito mentre tornava a casa a piedi. Stava percorrendo la statale 80 a Colleranesco in quella che la stradale definisce l’esatta modalità di stare sulla carreggiata: procedendo in senso contrario rispetto al senso di marcia più vicino e stando sulla banchina. Pechini fu trasferito all’ospedale Mazzini di Teramo ma da quel giorno non si è mai più ripreso ed è deceduto dopo 46 giorni.

LE INDAGINI Dal giorno dell’incidente sono partiti i riscontri a caccia del conducente dell’auto che non si è fermato a prestare soccorso all’anziano, allontanandosi subito dal luogo dell’impatto. Riscontri che sono iniziati dall’ascoltare il testimone oculare dell’accaduto, ovvero il conducente che seguiva immediatamente la Renault Clio che ha investito Pechini. L’uomo ha fornito alcuni particolari importanti alla polizia (una donna alla guida con un occhiale bianco), nonostante lo choc di aver assistito all’impatto. La polizia postale ha svolto un lavoro fondamentale di concerto con la stradale e la polizia giudiziaria: in quel giorno e nel momento dell’incidente, 20mila utenze telefoniche agganciavano le celle interessate. Si è iniziati con una scrematura “vecchia maniera”, come l’ha definita il comandante Di Felice: numero per numero è stato verificato chi possedeva una Renault Clio, chi può aver percorso quel tratto di strada in quel giorno ecc. Dopo l’enorme mole di lavoro, cinque persone erano ritenute potenzialmente responsabili.

Il sostituto Bernardi e gli agenti della stradale hanno individuato poco dopo quella che poteva essere il soggetto calzante. In un garage di Teramo, hanno infatti trovato un’auto che riportava danni compatibili con l’impatto anche a distanza di mesi: un faro era stato sostituito e tra le lamiere vi era ancora un lembo di stoffa degli abiti che, quel giorno, indossava l’89enne.

“NON MI SONO ACCORTA DI NULLA” La 73enne è stata così attesa al suo rientro dopo la vacanza ad Ischia e ieri è stata chiamata davanti al sostituto procuratore Stefano Giovagnoni, che ha diretto in questi mesi le indagini. La donna è stata denunciata per omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Al pm ha ammesso di aver transitato sulla statale 80 in quel giorno e raccontato di non essersi accorta di aver investito l’uomo, ma di ricordare il suono del clacson del conducente che la seguiva (il testimone oculare) e di averlo ringraziato perché le ha segnalato, a suo dire, di aver sbandato. La 73enne ha comunque spiegato di aver sentito un colpo e di essersi fermata cento metri più avanti per verificare cosa fosse accaduto. Secondo quanto spiegato alla polizia, sarebbe scesa dall’auto ma girandosi indietro non ha notato nulla (l’anziano era finito nel cunicolo a bordo strada). Ha creduto allora di aver preso un paletto a bordo della carreggiata. A sostituire uno dei fari sarebbe stato il figlio, che lavora nel campo. Chiaramente la sua versione dei fatti sarà poi oggetto di giudizio nel futuro processo.

“Vorrei sottolineare che fuggire è inutile – ha sottolineato il vice questore Nadia Carletti – Se ci si ferma e si presta soccorso, ci sono le attenuanti del caso. Purtroppo stiamo constatando che dall’introduzione del reato di omicidio stradale, sono aumentate le fughe per paura delle conseguenze”.

La donna è stata riconosciuta anche dal testimone oculare. La vicenda era arrivata anche a “Chi l’ha visto?”.

Impostazioni privacy