Cirsu, l’Arta scopre benzene tra i rifiuti: inchiesta dei carabinieri

Il principio di incendio che si è sviluppato mercoledì scorso nell’ala sud ovest dei capannoni del Cirsu ha svelato un’inquietante presenza nell’impianto di Grasciano.

 

Nelle analisi Arta, infatti, è stata rilevata un’alta concentrazione di benzene, un pericoloso idrocarburo per la salute umana. Il benzene, infatti, rappresenta un contaminante ambientale molto diffuso, considerato un rifiuto speciale e che deve essere trattato seguendo un protocollo ben preciso perché considerato altamente pericoloso e nocivo per l’ambiente e per la salute delle persone, che non dovrebbe essere presente negli impianti di Grasciano. La sua inalazione, secondo gli studi portati avanti, negli umani si associa inizialmente a discrasia ematologica, che può degenerare nel corso degli anni in anemia aplastica e leucemia mieloide acuta.

Una scoperta che ha spinto i carabinieri di Giulianova, diretti dal Maggiore Vincenzo Marzo, ad aprire un’inchiesta per capire come il benzene possa trovarsi negli impianti di Grasciano. Tanti gli interrogativi degli inquirenti sulla vicenda. La presenza di livelli altissimi di benzene conferma che nelle strutture del Cirsu è accaduto qualcosa che non avrebbe mai dovuto avvenire. Qualcuno si è disfatto di idrocarburi, mischiandoli col resto dei rifiuti.

Lo stesso Maggiore Marzo, che in passato ha prestato servizio nel Noe dei carabinieri, già dopo il primo principio di incendio di lunedì scorso ha verificato in prima persona e con i propri strumenti che la situazione intorno all’ex discarica di Grasciano era molto preoccupante con un’alta presenza di monossido di carbonio.

Alcuni abitanti della zona, in passato hanno segnalato strani movimenti di camion che entravano di notte nell’area del Cirsu. Sempre gli stessi denunciavano uno strano odore provenire dalla discarica nei giorni seguenti al passaggio dei mezzi sospetti.

Una situazione che potrebbe trasformarsi in una vera e propria bomba ecologica per gli abitanti della zona e non solo. Soprattutto se dovesse scoppiare un nuovo incendio (di natura dolosa o legato all’impianto di fermentazione dei rifiuti) con proporzioni maggiori dei due eventi avvenuti tra mercoledì e sabato.

E a questo si aggiunge l’altra scoperta dei carabinieri, cioè le autorizzazioni per l’uso della discarica erano scadute nel 2015. E i vigili del fuoco hanno accertato anche l’assenza totale di un piano di sicurezza antincendio.

Insomma, la discarica andrebbe bonificata quanto prima, così come richiesto a gran voce dal sindaco di Notaresco, Diego Di Bonaventura, assicurando che non appena verranno individuati i responsabili, chi ha sbagliato dovrà rispondere anche penalmente e in sede civile per risarcire la sua comunità.. Sull’impianto però grava il ricorso di Csa sull’affidamento dell’ex Cirsu alla Deco di Rodolfo Di Zio. Sino a quando non ci sarà il pronunciamento dell’organo di giustizia, la Regione non può avviare alcuna azione.

LA RELAZIONE  E I DATI DELL’ARTA SULL’ARIA DOPO L’INCENDIO ALL’EX CIRSU

Relazione-incendio-teramo-CIRSU

 

 

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