Cellino, emergenza coronavirus. Imprenditore in quarantena dal 5 marzo ma non sa ancora se è positivo al CoVid19

Avverte tutti i sintomi del coronavirus: febbre sino a 39, tosse secca, affaticamento. Ma nonostante due tamponi eseguiti, un uomo di Cellino, proprietario di una piccola azienda, non sa ad oggi se davvero ha contratto il CoVid19.

Dallo scorso 5 marzo è a letto con la febbre, prima pochi decimi, sino ad arriva negli ultimi giorni a 39. La sua storia è nota a molti e lui stesso l’ha voluta raccontare inviando anche a noi un messaggio chiedendoci letteralmente aiuto.

“Il mio medico mi ha curato fin dall’inizio come se avessi una semplice influenza”, dice, “poi i giorni passavano e la febbre continuava a persistere fino a che inizio ad avere tosse secca con dolori al petto. Non avevo più il respiro cosicché il mio medico decide di aprire la pratica per il tampone”.

Mercoledì 11 alle 21,15 circa arriva l’ambulanza del 118 con autista e infermiere che lo sottopongono al primo tampone.

“I giorni successivi non sono stato contattato da nessuno fino a che il 13 marzo alle 19.25”, prosegue l’uomo, “vedo arrivare di nuovo l’ambulanza con lo stesso infermiere per farmi il secondo tampone. Mi viene riferito che c’erano stati problemi nel processare il primo. Fin qui tutto ok. Mercoledì 18 marzo intorno alle 22 in via ufficiosa vengo contattato da una persona al di fuori della Als che mi dice di essere positivo e di attivarmi il più possibile con chi di dovere. Ho subito cercato di contattare con il mio sindaco ed il mio medico più numeri possibili della del Servizio Sanitario senza ricevere alcuna risposta sul mio tampone, come se fosse di nuovo sparito”.

Il piccolo imprenditore continua ad avvertire i sintomi, ad eccezione della febbre. Lui ha cercato di seguire tutte le indicazioni che ha appreso in questi giorni dalla stampa in caso di contagio da coronavirus, ma nessuno della Asl in via ufficiale gli ha detto cosa fare e soprattutto quale sarebbe il risultato del tampone.

“Ora capisco l’emergenza, capisco il periodo, capisco il sovraffollamento del lavoro”, conclude il malcapitato, “ma non capisco perché sono rimasto solo qui senza che nessuno mi dicesse nulla. Nel frattempo l’unica cosa di cui eravamo certi che nel mio Comune di residenza ero e sono stato l’unica persona ad essere sottoposta a tampone. Ho saputo attraverso i social, nella giornata di ieri, che a Cellino c’è un paziente positivo. Adesso la mia domanda è, visto che sono l’unico ad averlo fatto perché la Asl non mi ha ancora contattato, che cosa devo fare i miei familiari? Quali procedure hanno intenzione di attivare? Può essere che tutti sanno che io sono positivo e a me non e arrivata nessuna comunicazione?”.

L’uomo comunque ha mostrato senso civico sin dall’inizio di questa sua disavventura. Lui e la sua famiglia sono in quarantena dallo scorso 5 marzo. In casa però ci sono anche persone anziane, un cardiopatico e dei bambini che rischiano di essere contagiati. Ha voluto condividere questa sua situazione affinché tutti sappiano e soprattutto per avere delle risposte sulla sua reale condizione di salute.

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