Atri, ammainata la bandiera europea dal Municipio. Il Sindaco Ferretti seda le polemiche VIDEO

Atri. Dopo che il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, ha annunciato che la bandiera blu d’Europa che spicca all’Emiciclo, la sede aquilana del Consiglio regionale d’Abruzzo, è stata ammainata; la stessa cosa è successa al Comune di Atri, dal cui palazzo municipale, almeno oggi, sventola solo quella italiana.


Il video, disponibile sulla pagina social della Lega Atri, vede il Sindaco, Piergiorgio Ferretti, assistere al momento in cui viene avvolta e quindi rimossa la bandiera europea. “Questo video in cui il sindaco, delicatamente ed accuratamente depone la bandiera europea lasciando solo il nostro meraviglioso tricolore, interpreta il sentimento di milioni di Italiani e di quasi tutti gli atriani”, commentano i leghisti. “In un momento come quello che stiamo vivendo, l’Europa e molti stati membri, invece di mostrarci solidarietà e rispetto, hanno pensato bene di bacchettarci e deriderci. Quest’unione europea si sta mostrando matrigna, inadeguata, lontano da quel sogno di Europa che avevano il popolo e i padri fondatori! I timidi ripensamenti degli ultimi giorni appaiono molto tardivi…Il nostro paese deve pretendere ben altro!!! Vogliamo una Europa diversa, che metta i popoli davanti alla finanza, che riconosca stessa dignità agli stati membri, veramente solidale e non burocratizzata, soltanto quest’Europa meriterà di far risplendere la sua bandiera insieme al tricolore, meriterà di dare lustro al nostro municipio, custode della gloriosa storia della città ducale. Nell’attesa che ciò avvenga, se il sindaco lo riterrà opportuno, la bandiera europea continui a riposare al caldo delle nostre stanze, comunque rispettata e non vilipesa come invece noi Italiani spesso abbiamo dovuto subire. Siamo l’Italia ed il nostro sindaco ne è un degnissimo rappresentante”.

Il Sindaco Ferretti: “Gesto simbolico”. “Abbiamo risposto a un grido di dolore con un gesto simbolico, perfettamente consapevoli di quanto sia preziosa l’Unione Europea! Il gesto di togliere la bandiera europea, che sarà comunque rimessa, dal Palazzo del Comune di Atri ha il solo obiettivo di esprimere il nostro dolore e il nostro grido d’aiuto. Crediamo nell’Europa e condividiamo i principi fondanti dell’Unione, ma ci aspettiamo che dia soccorso alla nostra Italia e alle altre Nazioni che stanno soffrendo per un’epocale emergenza sanitaria e per una crisi economica, forse più devastante. In questi giorni l’Europa ha l’occasione di divenire una vera unione di popoli, se non coglierà questa opportunità resterà per sempre una mera unione d’interessi economici! Noi siamo europeisti, confidiamo nell’Europa che abbiamo contribuito come Paese a far nascere e che ci fa sentire orgogliosi di farne parte. Auspichiamo che la nostra protesta, come quella di tanti altri Sindaci in Italia, sia occasione per tutti per una profonda e proficua riflessione!”.

L’eco dei consiglieri comunali di opposizione: “Gesto vile”. “Gesto vile e arrogante quello che abbiamo visto perpetrarsi ieri sera presso la sede comunale”. E a dirlo non sono solo i consiglieri comunali di opposizione – Ugo Giuliani, Alfonso Prosperi, Paolo Basilico, Giammarco Marcone, Cinzia di Luzio – ma anche alcuni cittadini che hanno voluto firmarsi: Giuseppe Forcella, Gianluigi Antonelli, Gabriella Romano, Chiara Leonzi, Monica Angelici, Carlo Anello, Sandra Di Febo, Fulvia di Filippo, Daniele Adriani, Davide Giancristofaro, Giuseppe Schiavone, Carlo Micheli, Massimo Spezialetti, Lorenzo Infante, Emidio Anello, Domenico Cantoro, Emiliana Finizi, Gianni Pavone. A questi si aggiungono tanti altri cittadini non residenti che hanno voluto testimoniare la propria indignazione.

“Non ci sorprende tanto che sia stato concepito da chi ha costruito nel corso dei decenni la sua immagine e “fortuna” politica sulla più becera propaganda, quanto il fatto che il primo cittadino, il Sindaco, si sia reso coprotagonista di una delle più brutte pagine della storia politica atriana. La gravità del gesto è pari alla gravità delle reazioni di alcuni paesi dell’Unione europea alla gestione dell’emergenza. Inopportuno, inappropriato e offensivo proprio per il dramma che tutte le comunità stanno vivendo. Un soffiare sul fuoco che ha il solo fine di alimentare rabbia sulla popolazione cui non modifica la quotidianità, né restituisce salute. Chi rappresenta le istituzioni ha strumenti altri per esprimere il proprio dissenso rispetto alle politiche nazionali: dimettersi! Potremmo scrivere a lungo, ma rimandiamo ad altri tempi il dibattito che oggi apparirebbe del tutto inutile, emulo di chi crede di essere in una perenne campagna elettorale. Quella bandiera è stata cucita sulle macerie di un’Europa dilaniata da nazionalismi che hanno sempre e solo generato e alimentato odio e orrori”.

 

 

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