Area di crisi complessa Vibrata-Tronto: il bando che andava disegnato in maniera diversa. I dati

L’area di crisi Vibrata-Tronto, operazione unica nel suo genere, ha rappresentato un’opportunità.

 

Ma non per tutti. Le misure studiate per intervenire in un’area nella quale, la crisi produttiva ha assottigliato l’apparato produttivo, potevano essere studiate meglio. E forse esistono ancora i margini per farlo. Più che la politica, che sul piano dei fondi messi a disposizione e del livello di trattativa ministeriale, ha comunque ottenuto tanto, è l’apparato tecnico a non aver calibrato nel dettaglio le misure a sostegno. A dirlo sono soprattutto i numeri e i dati (riferiti allo scorso mese di novembre), con situazioni non dissimili tra le due sponde del fiume Tronto.

Le due facce di una stessa medaglia. Ad essere oggetto di analisi è la misura che prevede agevolazioni, ex Legge 181, per imprese che proponevano investimenti superiori ad 1,5 milioni di euro. Il bando (parliamo di Abruzzo), ha visto la presentazione di 13 progettualità, di altrettante aziende, per un contributo richiesto di 27 milioni a fronte di uno stanziamento di risorse di 15 milioni di euro. Ebbene, al momento sul versante abruzzese è stata ammessa alle agevolazioni una sola impresa (Ars Tech) per 2,3 milioni.

 

Due sono ancora in istruttoria, tutte le altre non potranno beneficiare di agevolazioni per varie ragioni (c’è anche chi ha rinunciato anche per troppa burocrazia). Dando per scontato che le due aziende in fase di istruttoria da parte Invitalia vengano ammesse alle agevolazioni, il totale dei contributi erogati per questa misura sarebbe di poco più di 5 milioni di euro. Insomma, quasi il 70% dei fondi non sarebbe utilizzato. La situazione nelle Marche, al momento, non è molto diversa. Con due sole aziende (su 11) ammesse e 4 istanze ancora nella fase istruttoria (qui lo stanziamento è di 17 milioni).

E va anche sottolineato che in ogni caso le spese di istruttoria dovranno essere versate, a prescindere dall’esito, all’Invitalia, la società in house del Mise.

“ I dati”, analizza Marco Castelli, amministratore delegato di Profili Aziendali, società leader nel settore delle consulenze per l’accesso ai finanziamenti agevolati, con 20 anni di esperienza sul territorio, “Il taglio della Legge 181 non poteva non dare che questi risultati.

L’obiettivo di attirare investimento extra-territorio, allo stato attuale, non è stato raggiunto e probabilmente la stesura delle agevolazioni andava tarata meglio su quelle che sono le caratteristiche ed esigenze del tessuto produttivo di questa zona”.

 

A conferma delle valutazioni fatte da Marco Castelli, si innestano i dati legati ai finanziamenti dell’altra misura prevista per l’area di crisi complessa. Il contributo in “de minimis” della progettualità POR FERS. In questo segmento, che finanziava investimenti con  contributo con 50% a fondo perduto, fino a 200mila euro, sono stati “soddisfatti” 70 progetti (6,8 milioni di euro). Restano ancora in graduatoria 123 istanze (3,3 milioni) e con lo scorrimento della graduatoria sono stati “liberati” ulteriori 660 mila euro. Ebbene, se da un lato una misura vedrà buona parte dei fondi non erogabili, in questo settore le somme previste non bastano per soddisfare tutti gli investimenti.

Nel ragionamento complessivo, che scatta una foto su quella che è l’evoluzione degli interventi previsti per l’area di crisi complessa, si innesta anche il bando Garanzia Lavoro. La Regione ha stanziato 6,9 milioni di euro. Il bando si è chiuso in anticipo per esaurimento di fondi. Resta ancora aperta la graduatoria specifica per la Val Vibrata (2,4 milioni), che testimonia che in una fase nella quale una ripresa occupazionale si registra, l’imprenditore ricorre ancora alle stabilizzazioni quando poi sono favorite dalle agevolazioni.

 

 

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