Alba Adriatica, turismo al tempo del Covid19: a rischio il lavoro di tanti stagionali

Alba Adriatica. Bar e ristoranti riapriranno i battenti in Abruzzo, con ogni probabilità lunedì 18 maggio. A seguire, poi sarà la volta di stabilimenti balneari, spiagge e alberghi.

 

Messa in questi termini, e visto il progressivo allentamento delle misure di contenimento, la stagione estiva dell’era Covid, ad Alba Adriatica, già scalda i motori per mettersi in moto. Ma con tante incertezze. Dalla concreta applicazione di quelli che saranno i protocolli per una serie di attività turistiche (nelle ultime ore l’Inail ha diffuso i primi documenti operativi), e da come potrà prendere forma la stagione estiva. C’è chi parla, al momento, di un numero di presenze che potrà essere attorno al 30% rispetto a quelle totalizzate nel 2019.

 

Basta un dato, anche se al momento ipotetico, per far capire con quali premesse parte la stagione 2020, in attesa poi di conoscere anche il nodo delle responsabilità civili e penali per gli operatori turistici, che non fa dormire sonni tranquilli. E tutti sanno l’incidenza, nell’economica cittadina, il Pil generato dai flussi turistici, anche per tutto l’indotto. E le grandi preoccupazioni ruotano anche attorno ai tanti lavoratori stagionali del settore. Secondo le stime riferite agli anni precedenti, in estate, ad Alba Adriatica nelle varie attività turistiche, commerciali e dell’indotto, vengono occupate circa 2mila persone. Che poi traggono il loro sostentamento annuale proprio grazie al lavoro stagionale.

 

Oltre il 60% degli stagionali del turismo vive in Val Vibrata e gli effetti di una drastica riduzione dei posti di lavoro rischia di accrescere le ripercussioni economiche del territorio.

 

 

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