Alba Adriatica, Ristorante Tipico d’Abruzzo. Di Mattia: questo è il nuovo corso per fare turismo

Alba Adriatica. Il percorso, senza voler peccare di presunzione, è partito da queste latitudini. Intuendo, forse, l’importanza della ristorazione tipica e le filiere di produzione come elementi catalizzanti nell’ambito turistico.

 

Ora con la nuova legge regionale, quella che certifica il Ristorante Tipico d’Abruzzo, l’assessorato al turismo riconosce a questo segmento di attività un ruolo probabilmente imprescindibile nella capacità di attrarre flussi turistici. E questo attraverso la narrazione delle tradizioni produttive e le innovazione culinarie, senza dimenticare il gusto del territorio.

 

 

“E’ questo il coronamento di una difficile e spesso contrastata azione di svecchiamento della cultura turistica abruzzese”, sottolinea Valerio Di Mattia, uno dei reggenti dell’associazione Ariaa, e coordinatore del gruppo di lavoro regionale,  “che ho intrapreso assieme a tanti splendidi colleghi (tra cui l’impareggiabile Franco Franciosi) sin dal 2013, partendo dal comparto locale della mia città di Alba Adriatica sino ad arrivare a positive collaborazioni nei livelli regionali.

Si è lavorato assieme agli interlocutori di ben due diverse legislature, dando temi di continuità alla discussione e trovando sempre soluzioni ottimali grazie alla competenza e alla disponibilità del ragionamento sui temi”.

In questo ambito, sono state anche licenziate due leggi (una del 2016, l’altro del 2018), che pongono alla base temi sulla necessità di rinnovare il modo con il quale si fa turismo in Abruzzo”.

 

E sotto questo aspetto, proprio ad Alba Adriatica è stato lanciato un esempio, in parte anticipatore delle norme regionali, che era Prima Secca.

 

 

“La rassegna“, prosegue Di Mattia, “ha rappresentato per la Regione Abruzzo un esperimento mediatico-culturale di grande innovazione, perfettamente in linea con le odierne direttive del turismo regionale poiché propagava i temi della qualità territoriale attraverso l’unione delle filiere produttive, della grande ristorazione, della capacità di narrazione e del mondo della ricerca universitaria.

 

Prima Secca, nonostante gli indirizzi regionali, nei nostri territori è ancora una volta messa in discussione proprio dalla lontananza delle agenzie del turismo locale, dall’indecisione cronica dei livelli amministrativi, dall’ostracismo di alcune lobby lontane da qualsiasi tipo di aggiornamento”.

 

La stoccata.  “Solo qualche giorno fa”, sottolinea in maniera caustica il ristoratore, ” la DMC Hadriatica riaffermava che l’enogastronomia ha obiettivi non direttamente riconducibili alle necessità del turismo locale. La stessa associazione dei ristoratori è messa alla porta durante la Fiera dell’Agricoltura di Tortoreto col benestare delle associazioni di tutela.

Praticamente c’è molto da fare ancora sui nostri territori dove va fortemente rigettata una sorta di inconsapevolezza passiva che continua a generare ritardi su ritardi. Il nuovo corso inizia solo oggi”.

 

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