Acqua Gran Sasso, l’affondo del procuratore: “A parte i birilli in galleria, non si è fatto nulla”

Occasione è stata la presentazione del master di 2° livello dell’Università di Teramo in Diritto dell’Energia e dell’Ambiente, coordinato dal costituzionalista Enzo Di Salvatore. Presentato questa mattina all’Università di Teramo, il master, unico nel suo genere, si propone di fornire competenze giuridiche di eccellenza in materia di energia e di ambiente, attraverso lo studio teorico-pratico dei settori nei quali si declinano, con l’obiettivo di formare professionisti dinamici e altamente qualificati in tali ambiti, sempre più richiesti sia nel settore pubblico che in quello privato.

L’incontro di questa mattina si è trasformato non solo nella nuova sottolineatura dell’importanza di formare in maniera approfondita i consulenti del domani, ma anche per tornare sulla sicurezza della falda acquifera del Gran Sasso.

Il procuratore di Teramo, Antonio Guerriero, ha infatti sottolineato, ancora una volta, con un processo in corso che stabilità eventuale inquinamento dell’acqua negli episodi contestati in passato, “che siamo ancora in gravissimo ritardo. Abbiamo esortato la politica a far qualcosa, ma a parte mettere i birilli in galleria non si è fatto (riferendosi al limite di velocità imposto da Strada dei Parchi nel traforo; ndg). La messa in sicurezza ancora non c’è, l’ambiente è la Cenerentola d’Abruzzo”.

Il presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura, ha raccolto e rincarato la dose: “Vedo imbecillità tra i miei colleghi – ha detto – La procura ha evitato il sequestro totale del traforo, permettendo quindi di non tagliarci fuori. Siamo ancora in attesa da mesi della nomina del Commissario Straordinario”.

Tornando al master, presentato alla presenza del Rettore Dino Mastrocola e della professoressa Emanuela Pistoia, è articolato su 400 ore di didattica, che prevedono anche seminari pratici che studieranno le grandi emergenze ambientali, tra cui quelle che negli ultimi anni hanno riguardato e riguardano l’Abruzzo: Bussi, Ombrina Mare, Sisma dell’Aquila e Acquedotto del Gran Sasso. Ma lo stesso approfondimento sarà riservato ai casi Ilva, Deep Water Horizon, Tap e processo Eternit. Segno distintivo della struttura del master di 2° livello in Diritto dell’Energia e dell’Ambiente è la sua interdisciplinarietà che lo pone al centro di una vasta platea di utenti. Potranno infatti iscriversi laureati che spaziano dall’Architettura del paesaggio alla Giurisprudenza, dall’Ingegneria energetica e nucleare alle Scienze della comunicazione pubblica e alle Relazioni internazionali, dalle Scienze e tecnologie geologiche alle Scienze economiche aziendali per citarne solo alcune tra le oltre 20 lauree magistrali previste per l’accesso al master.

Hanno dato la propria adesione al master, tra gli altri, il Comune e la Provincia di Teramo, l’Anci Abruzzo, Legambiente Onlus, la Procura della Repubblica di Teramo, WWF Italia, Arta Abruzzo, CO.SVE.GA srl, Ordine degli Avvocati di Teramo (presente il presidente del consiglio, Antonio Lessiani), Montagne Teramane ed Ambiente Spa (con il presidente Ermanno Ruscitti) e il TAR Abruzzo. Proprio il direttore generale di Arta Abruzzo, Francesco Chiavaroli, ha ricordato come l’azienda per tutta la regione impiega “210 dipendenti, mentre in Emilia si arriva quasi a duemila”.

All’interno del master, che partirà il prossimo 17 gennaio con scadenza delle iscrizioni prorogate al 31 dicembre (con piccola mora), è previsto uno stage di 250 ore presso gli Enti convenzionati.

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