Prati di Tivo, la Provincia gioca l’ultima carta

Teramo. Una gestione che veda insieme tutti, dove tutti accettano di fare un sacrificio per far partire la stagione invernale ed essere credibili di fronte alla Regione alla quale andare a chiedere risorse per un Piano industriale “non degli impianti ma del comparto teramano della montagna”. Questa la formula del presidente Renzo Di Sabatino per garantire la stagione invernale.

C’erano tutti, stasera, in Provincia, per parlare della stagione invernale ormai alle porte e degli impianti chiusi dopo che è andata deserta la gara d’appalto bandita dalla Gran Sasso Teramano: la società partecipata dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, dalla Regione e dai Comuni di Pietracamela e Fano (con il presidente Marco Bacchion e il direttore Fernando Marsili) e gli operatori turistici rappresentati dal costituendo Consorzio Gran Sasso Teramano (all’interno del quale è presente la Siget) e da quello già operante, il Consorzio Gran Sasso – Prati.

C’era anche l’assessore regionale Dino Pepe che ha annunciato che il vicepresidente Giovanni Lolli si sta occupando della vicenda e che ha già convocato un incontro per martedì prossimo.

“L’obiettivo è quello di un Piano industriale pluriennale e mi piacerebbe che a presentarlo fosse la Provincia dopo averlo elaborato con tutti voi – ha detto Di Sabatino – ma ora dobbiamo risolvere una questione contingente. La somma chiesta dalla Gran Sasso Teramano per la gestione serve a mantenere in equilibrio i conti della società tenuto conto che c’è un notevole squilibrio fra ciò che ha speso per l’investimento e quello che è rientrato in cassa con i finanziamenti. Utilizzando soldi pubblici non posso avallare una proposta a costo zero per chi andrà a gestire sapendo, in partenza, che questo costituirebbe un ulteriore perdita di denaro per le casse pubbliche. Quindi chiedo agli amministratori della società di rinunciare per quest’anno ai loro compensi e chiedo agli operatori di fare una proposta accettabile sul canone di gestione. Se ci saranno delle perdite le dividiamo ma lo facciamo per l’ultima volta perché spendiamo soldi pubblici e io non posso prendere in giro nessuno tanto meno gli imprenditori”.

Una proposta, quella del presidente, che ha trovato delle aperture e sulla quale già domani mattina ragioneranno insieme la società e gli imprenditori. Entro domani faranno sapere alla Provincia se hanno trovato un accordo.

UN MILIONE AD UNICREDIT. Questa mattina il presidente Di Sabatino aveva incontrato i rappresentanti dell’Unicredit, la banca che ha anticipato l’investimento sulla cabinovia in attesa del finanziamento dei Fondi Fas. “Intanto ho disposto che fosse trasferito un milione all’istituto a scomputo del debito accumulato (si aggiungono ai 500 mila già versati ndr) – ha dichiarato il presidente a margine dell’incontro – un incontro cordiale nel corso ho annunciato che, previa consultazione degli altri soci, la Provincia intende fare una proposta transattiva a stralcio della posizione debitoria della Gran Sasso Teramano”.

Attualmente tutto il finanziamento FAS (11 milioni e 400 mila euro ma alla Provincia fino ad oggi è arrivata solo la prima tranche di circa 5 milioni e 700 mila euro) non copre la posizione debitoria della Gran Sasso Teramano nei confronti Unicredit: debito che fra capitali ed interessi ammonta a 12 milioni e 400 mila euro.

Nella originaria stesura del PAR FAS, il finanziamento era pari a 12 milioni e 500 mila euro; successivamente, il finanziamento regionale per l’opera è stato ridotto dalla Regione a 11.400.000. A questa somma va tolta l’Iva e vanno tolti i 2 milioni e mezzo che la Gran Sasso ha già dovuto rifondere alla Regione in quanto inizialmente aveva ottenuto questa somma con un altro finanziamento non cumulabile con il FAS. “Abbiamo chiesto un incontro a D’Alfonso per riflettere insieme e alla Regione diciamo che intanto sarebbe giusto “restituirci” lo stanziamento iniziale”, conclude Di Sabatino.

Da Prati di Tivo a Prato Selva. Dopo una serie di incontri in Provincia e grazie alla collaborazione del Bim e dello stesso Comune di Fano Adriano, sono stati reperiti i fondi per la manutenzione straordinaria degli impianti di risalita di Prato Selva. “Ci auguriamo che siano sufficienti per i lavori di straordinaria manutenzione che anche in questo caso, come a Prati di Tivo, sono obbligatori per la riapertura. Bisogna ringraziare il Bim per la collaborazione e il Comune per la solerzia”.

 

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