Giulianova, le finestre rotte e i problemi degli edifici scolastici

Giulianova. La cronaca dei giorni scorsi ci racconta di due ragazzi che, non potendo entrare nella loro ex scuola, la media Bindi, si sono vendicati lanciando un ramo che ha mandato in frantumi un vetro, ferendo leggermente ad un polso uno studente che si trovava all’interno della classe.

L’episodio, deprecabile e per il quale ci sarà una denuncia del Dirigente scolastico, al di là della cronaca, mette in luce le condizioni in cui versano le scuole Giuliesi.

Come già denunciato dal nostro giornale in un caso analogo, avvenuto nella scuola dell’infanzia di Bivio Bellocchio il fatto che i vetri di una scuola vadano in frantumi per il lancio di un ramo, o di un altro oggetto, e che i frammenti feriscano qualcuno, dimostra come non siano rispettate le norme, in particolare la UNI EN 12600 e il D.M. 115/1995 che, nel recepire la direttiva 92/59 CEE, rende obbligatoria la normativa UNI 7697 che, al punto 7.2.1, specifica “in ambienti aperti al pubblico e/o adibiti ad attività sportive e/o frequentati da giovani, indipendentemente dall’altezza dal suolo” debbano impiegarsi solo vetri di sicurezza e/o stratificati.

D’altra parte altre segnalazioni hanno evidenziato, nei mesi scorsi, come molti edifici scolastici di Giulianova necessiterebbero di interventi urgenti e non consola l’annuncio dell’ottenimento, da parte del Comune, di finanziamenti per opere di manutenzione ordinaria e messa in sicurezza, visto che gli interventi finora portati avanti non hanno risolto annosi problemi, e per la definitiva messa in sicurezza occorrono cofinanziamenti da parte dell’amministrazione e tempi che, di certo, non rassicurano chi, attualmente, porta i propri figli in edifici non a norma dal punto di vista sismico o con problemi vari.

Dal tetto in eternit (seppure dichiarato attualmente non pericoloso) della scuola di Via Lepanto, alle vergognose condizioni della scuola di Bivio Bellocchio, dove manca un ascensore per collegare i due piani e le mura esterne (nonostante l’annuncio di una riverniciatura che non c’è stata) sono inguardabili, passando per la scuola dell’infanzia di via Gobelli, i cui locali sottostanti sono occupati da un magazzino comunale; o ancora la scuola media dell’Annunziata, in coabitazione con la Croce Rossa Italiana (con tutti i problemi logistici che ne conseguono), o ancora la scuola De Amicis, ubicate in un secolare edificio, con tutti i problemi che la vetustà delle strutture si portano dietro.

Eppure l’amministrazione sempre essere soddisfatta dei fondi ottenuti, andando avanti con interventi marginali, ignorando la proposta, venuta da più parti, comitati di quartiere inclusi, di ubicare alcune scuole nell’edificio dell’ex tribunale, e ritardando lo spostamento, pur annunciato, dell’asilo dell’Annunziata nei locali dell’attuale centro sociale.

Ma sulle strutture scolastiche, come i drammatici fatti di cronaca che si susseguono negli anni, che vedono vittime di incidenti più o meno gravi alunni, studenti e personale scolastico, non è il caso di scherzare, anche perché le responsabilità giuridiche, oltre che umane, sono enormi.

Responsabilità che fanno capo sia ai dirigenti scolastici, anche ai sensi della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, che ai dirigenti comunali competenti, visto che il Comune è il proprietario degli immobili. Ma responsabilità a parte è in gioco la salute dei nostri figli, e al di là dei proclami e degli annunci è necessario che gli edifici dove, ogni giorno, si recano per studiare, siano realmente sicuri.

Raffaele Di Marcello

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