Rifiuti, altra doccia fredda per gli ex Sogesa

Alcuni ex operai Sogesa
Alcuni ex operai Sogesa

Dopo le lettere di licenziamento inviate dalla curatela fallimentare della Sogesa ad una cinquantina di ex dipendenti, è arrivata un’altra doccia fredda per alcuni operai che erano stati riassorbiti dal CSA, il Consorzio Stabile Ambiente dell’Aquila che gestisce una parte degli impianti di Grasciano. Cinque di loro, infatti, non hanno avuto il contratto rinnovato. Dei 19 che erano stati assunti dal CSA, ne sono rimasti 14. Gli altri, forse, potranno sperare in un rinnovo a gennaio, anche se la circostanza non è stata confermata.

L’unica certezza è quindi che al momento sono senza contratto. Tutto questo nonostante da alcune settimane circolino voci sul fatto che entro il 31 dicembre prossimo dovrebbero essere assunti altri operai ex Sogesa, 14 in tutto. Una contraddizione, visto che 5 di loro non hanno avuto il contratto rinnovato.

“Per quale motivo non sono stati richiamati a lavorare questi 5 operai?”, osserva Fausto Contrisciani, ex Rsu Sogesa, “e perché vanno in giro voci secondo cui entro il 31 dicembre verranno assunti altri 14 lavoratori se poi non vengono rinnovati i contratti a chi già c’era? Noi a fine ottobre abbiamo ricevuto dalla curatela fallimentare le lettere di licenziamento. E per 2 mesi non avremo alcun sostegno economico in attesa della mobilità”.

Insomma, il futuro per gli ex operai Sogesa, società considerata il braccio operativo del Consorzio Intercomunale per i Rifiuti Solidi Urbani, fallita circa due anni e mezzo fa, appare sempre più torbido. Anche se recentemente si è aperto uno spiraglio dopo che, una ditta di Roma che tratta i rifiuti ingombranti ha presentato una proposta al Cirsu per occuparsi del recupero e smaltimento di questo materiale. C’è stato già un incontro in Provincia. Ma mancano ancora dei dati oggettivi. Al momento sono solo ipotesi. Intanto, in attesa che Grasciano 2 possa iniziare ad accogliere i rifiuti, il pattume continua ad essere scaricato nel vecchio impianto che cresce a vista d’occhio. E secondo alcuni da tempo l’invaso avrebbe esaurito i 27mila metri cubi in più che erano stati autorizzati dalla Regione.

Impostazioni privacy