Teramo Lavoro, parla Cretarola: “Io a processo? Non ci sto”

Teramo. Dopo la citazione diretta a giudizio per dichiarazione infedele ai fini di evasione fiscale riguardante la Teramo Lavoro (mancherebbero all’appello, secondo l’accusa, 700mila euro), l’ex amministratore della Teramo Lavoro srl (la società in house della Provincia ormai in liquidazione) Venanzio Cretarola racconta la sua verità.

“Sono colpito da questa accusa bizzarra – racconta – E’ l’unico caso in Europa. Io mi sono limitato a fare ciò che mi aveva detto la Provincia, tramite contratto firmato e cioè di rispettare i contratti europei che prevalgono su tutti gli altri. Sui finanziamenti di derivazione comunitaria non si può mettere l’Iva, sarei stato accusato di danno erariale. Un procedimento penale per aver rispettato i regolamenti europei, è davvero alquanto bizzarro. E’ doloroso venire a sapere di essere accusati di dichiarazione infedele ai fini di evasione fiscale”.

E continua: “Io sono un imprenditore. All’Aquila ho 500 dipendenti e stiamo avendo già problemi per queste accuse totalmente infondate. Ho ancora fiducia nella giustizia, ma ci sono tempi troppo lunghi. Mi auguro che poi non sia troppo tardi. Io ho gestito la Teramo Lavoro senza mai disavanzi, utilizzando risorse pubbliche per pagare stipendi ai dipendenti, senza ricevere alcun rimborso spese e rinunciando all’indennità prevista di 100mila euro. Mi ritrovo però accusato, esclusivamente sulla base delle calunnie di un dirigente, di aver illecitamente percepito un compenso per un contratto a progetto”.

Cretarola sottolinea di aver rispettato l’obbligo di sottolineare i finanziamenti del Fondo Sociale Europeo come “fuori campo Iva ed i cinque controlli di Provincia e Regione hanno confermato la correttezza del mio operato. La società in house è tenuta per legge ad eseguire quanto disposto dal Dirigente provinciale, solo io però vengo accusato di dichiarazione infedele”.

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