Dissesto idrogeologico: la Provincia di Teramo mette un freno al consumo di suolo

crollo_rampa_te-maTeramo. Su proposta dell’assessore all’urbanistica Vincenzo Falasca, la Giunta provinciale di Teramo ha approvato gli “indirizzi strategici per la pianificazione provinciale in materia di sostenibilità”, che consentiranno di varare in tempi brevi una variante normativa all’attuale Piano contenente, essenzialmente, le norme tecniche sulla limitazione a nuovi insediamenti.

La limitazione del “consumo di suolo” diventa, quindi, un “obiettivo strategico della Provincia” e del Piano d’area vasta con il quale gli enti locali dovranno fare i conti nella stesura dei piani regolatori: il territorio dovrà essere concepito come bene comune non rinnovabile.

“I gravi fenomeni di dissesto idrogeologico, testimoniato con drammaticità all’indomani di ogni evento climatico, la dismissione di vaste aree produttive, lo stato dei fiumi e i contenitori urbani vuoti impongono un’immediata svolta alla programmazione territoriale”  commenta Falasca. “Non parleremo più di piano provinciale ma di piano strategico d’area vasta con norme tecniche e attuative, che vogliamo sicuramente condividere con le amministrazioni locali, ma che dovranno indurre a recuperare prima che a costruire. Si potranno realizzare nuove cubature solo se si sarà dimostrato che non è stato possibile recuperare aree ed edifici dismessi o inutilizzati”.

Il Piano strategico, quindi, intende limitare fortemente il consumo di suolo e spingerà verso la rigenerazione urbana e la rigenerazione territoriale. “Da una prima analisi degli studi socio-economici che ci stanno rimettendo, risulterebbe una percentuale altissima di aree produttive dismesse. Questo dato indica i profondi mutamenti del modello sviluppo che va completamente ripensato:  dovrebbe passare soprattutto attraverso la valorizzazione delle zone agricole, del paesaggio, della sostenibilità urbana, della filiera turistica, della filiera corta. Concetti acquisiti, ma è arrivato il momento, dopo gli studi e i convegni, di trasformarli in norme attuative”.

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