Teramo, no alla violenza alle donne: donata una panchina rossa alla città FOTO

Un gesto simbolico ricco di significato. In occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne, le associazioni Genius Loci, Bambini di Betania e Fidapa di Teramo hanno voluto dare in dono una panchina rossa alla città, posizionandola in Piazzetta del Sole, per contribuire anche alla sua riqualificazione.

La cerimonia si è svolta questa mattina anche alla presenza delle autorità e dei ragazzi della scuola media Zippilli che, dopo essere arrivati in corteo dalla loro scuola, sono stati protagonisti anche di un momento particolarmente toccante, con l’apposizione di scarpe rosse vicino alla panchina in ricordo delle vittime del femminicidio.

Ciascun studente ha declamato, davanti ad una compagna di scuola, gli articoli della Carta dei diritti della bambina, per poi recitare, tutti insieme, alcuni tratti salienti della Divina Commedia e una selezione di poesie tratte dal libro “La squadra vincente dei bambini di Betania”.

“Dobbiamo pensare ai nostri ragazzi come a ‘scrigni’ portatori di valori e diritti umanitari”, ha detto Laura De Berardinis, presidente della Fidapa sezione di Teramo, “la Carta dei diritti della Bambina, con i suoi 9 articoli, contiene il seme primario che spezza ab origine il concepimento di ogni forma di violenza”.

“Abbiamo deciso come Genius Loci di Teramo”, ha affermato la presidente Franca Di Carlo Giannella, “di partecipare alla giornata contro la violenza alla donna e al contempo di donare una panchina rossa alla città di Teramo per contribuire alla riqualificazione di Piazzetta del Sole, un luogo significativo situato nel cuore del nostro centro storico. Ringraziamo il quartiere Santa Maria a Bitetto per il supporto prestato e per la formazione effettuata attraverso la diffusione della Carta dei Diritti della bambina nelle scuole che hanno preso parte all’evento.”

“Dobbiamo promuovere la cultura della pace”, ha aggiunto Marialuisa Giangiulio presidente Associazione Onlus I Bambini di Betania di Tortoreto, “ed educare e ascoltare le nostre bambine. Dobbiamo fornire loro gli strumenti per renderle in grado di riconosce le diverse forme di violenza  affinché un domani, quando saranno donne, possano essere capaci di reagire e denunciare.”

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