Tortoreto, omicidio Di Silvestre un anno dopo: gli assassini hanno un volto

Ad un anno dal ritrovamento dei resti carbonizzati alle pendici del Monte dell’Ascensione, gli assassini di Demetrio Di Silvestre, il piastrellista di Tortoreto morto a 56 anni, ancora non hanno un nome.

 

O meglio, un volto lo hanno: le riprese del sistema di videosorveglianza di un impianto di carburanti, a pochi di chilometri di distanza del luogo di ritrovamento, hanno immortalato due uomini a bordo della vettura di Demetrio. Due persone che riempivano una tanica di benzina. A loro, però, va dato ancora un nome.

 

A distanza di un anno dall’omicidio del piastrellista di Tortoreto, scomparso da casa il 15 novembre del 2016, gli inquirenti hanno in mano alcuni elementi, ma per chiudere il cerchio devono far luce sul nome degli assassini. Il resto, dal movente e dalle dinamiche legate all’omicidio, viene dopo.

 

Quel giorno, il 15 novembre, Di Silvestre uscì di casa (lasciando il cellulare), dicendo di avere un appuntamento di lavoro nelle Marche. La sua vettura fu ritrovata nel parcheggio di un centro commerciale a Porto Sant’Elpidio, mentre i resti carbonizzati rivenuti all’ingresso di un casolare, ai piedi del Monte Ascensione ad Ascoli. Da quel momento sono trascorsi 12 mesi, con tante congetture e diverse piste seguite dai carabinieri.

 

 

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