Tortoreto, morte della piccola Sara. Il papà: voglio sapere la verità. L’appello

Più che avere giustizia, peraltro ostacolata dalla scure della prescrizione, è la legittima richiesta di un papà che vuole sapere la vera ragione della morte della figlia.

 

Sara Rapini aveva 3 anni quando, il 27 dicembre del 2009, morì all’ospedale Salesi di Ancona, dopo essere stata trasferita da Sant’Omero, dove i genitori l’avevano portata per uno stato febbrile che non avrebbe fatto certo presagire una fine così tragica.

Sono trascorsi quasi 8 anni da quel giorno (oggi la piccola Sara avrebbe 11 anni), e Doviglio Rapini il papà della bimba, è ancora al punto di partenza. Non sembra esserci una causa certa della morte, il tribunale si è pronunciato due volte (in primo grado condannando un medico all’epoca in servizio all’ospedale di Sant’Omero, con l’assoluzione in appello), poi con i termini di ricorrere in Cassazione prescritti, e i beni del papà pignorati.

Usando una frase fatta, il danno oltre alla beffa.

 

Doviglio Rapini, che vive a Salino di Tortoreto, con grande lucidità racconta le ore immediatamente precedenti la morte della piccola Sara. “ In quella giornata”, racconta l’uomo, “ abbiamo portato Sarà in ospedale perché da due giorni vomitava e si stava debilitando. E’ stata ricoverata e ci hanno detto di stare tranquilli. Poi ad un certo punto visto che non riuscivano a fare il prelievo di sangue, hanno deciso di trasferirla ad Ancona. Quando io e mia moglie siamo arrivati con la nostra auto ci hanno dato la triste notizia: Sarà era morta con un livello di potassio pari a 11, 9, mentre il valore normale è solitamente pari a 4”.

 

Qui è iniziata la seconda parte della triste storia. La ricerca della verità. Del perché la bimba, definita sana e vispa, sia morta in maniera improvvisa e in circostanze ancora non del tutto chiare.  “ Sono state fatte delle teorie” racconta, “ sul fatto che la bambina era morta avvelenata dopo aver mangiato i funghi, poi che era affetta da leucemia o da miocardite. Tutte supposizioni cadute dopo che è stata effettuata l’autopsia”. Nel frattempo si sono celebrati due gradi di giudizio: in primo grado la dottoressa che aveva in cura la bimba condannata a 18 mesi e 200mila euro di risarcimento. Poi tutto azzerato in appello, con l’impossibilità per la famiglia di ricorrere in Cassazione visti i termini prescritti, con l’aggravante che sono stati pignorati anche dei beni. Un vero e proprio calvario, iniziato proprio con la scomparsa della bimba. Lancia un appello Doviglio Rapini: “ chiedo un aiuto affinché si faccia chiarezza su una morte assurda ed ingiusta. Credo sia una richiesta legittima da parte dei genitori sapere perché Sara à morta”. Ora, dopo che anche i percorsi giudiziari sono chiusi, il papà chiede di riaprire il caso.

 

 

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