Teramo, larve disidratate tornano in vita: progetto Unite mostrato in diretta VIDEO

Indurre la disidratazione reversibile in cellule vegetali e animali, sospendendo la vita attraverso il blocco dell’acqua, mantenendo questa condizione anche per molto tempo grazie ad alcune sostanze che ne garantiscono la protezione, per poi tornare a vivere con una reidratazione.

E’ stato presentato questa mattina all’Università di Teramo il progetto Drynet che, attraverso una rete internazionale di ricerca che coinvolge oltre all’Italia anche il Giappone, la Tailandia, la Francia, la Spagna e l’Ungheria, sta studiando i possibili sviluppi della ricerca su organismi detti anidrobionti.

Sono bastati dieci minuti, infatti, per vedere in diretta nel laboratorio di Embriologia dell’Ateneo teramano come una larva essiccata da diversi anni potesse tornare in vita.

La ricerca, coordinata dal professore Pasqualino Loi con la collaborazione dei colleghi Joseph Saragusty, israeliano, e Kasutsugu Matzukawa, giapponese, è un progetto estremamente all’avanguardia che conta su un gruppo di lavoro multidisciplinare, per verificare la possibilità di liofilizzare le cellule, mantenendone il nucleo vivo, in modo da riportarle in vita in condizioni di necessità.

I risultati potrebbero, dunque, avere degli sviluppi decisamente importanti nell’ambito della ricerca, soprattutto nel settore delle cellule staminali, visto che attualmente per la loro conservazione è necessario utilizzare l’azoto liquido e contenitori adeguati, con costi estremamente elevati.

Grazie a questa scoperta, invece, si potrà lavorare per la realizzazione di banche genetiche a basso costo ed accessibili a tutti.

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