Giulianova, ritrovata l’Eliana: le reti ancora legate alla barca

Giulianova. E’ stato ritrovato con le reti ancora attaccate allo scafo, impigliate nell’impianto di miticoltura davanti al porto, il relitto dell’Eliana, peschereccio affondato lo scorso 25 luglio, provocando la morte dell’armatore Elia Artone e di Carlo Mazzi.

Il relitto era stato avvistato sabato scorso dal proprietario della cosiddetta “cozzara”, impianto per l’allevamento di mitili sito a circa 2,8 miglia, a 30° a nord rispetto all’imboccatura del porto di Giulianova. Ora è stato meglio individuato tra la penultima e la terzultima fila lato nord.

Il peschereccio, lo scorso 25 luglio, era in mare quando è scoppiata una pesante perturbazione: da bordo era partito l’allarme circa un problema con le reti, poi lo scatenarsi della tempesta a provocare la fatalità.

Sul naufragio sono in corso due inchieste, una della Procura teramana e l’altra della Capitaneria giuliese, per questo sono intervenuti i nuclei sommozzatori dei vigili del fuoco, che hanno trovato i cavi di trazione e le reti ancora attaccati all’imbarcazione.

L’ipotesi è quella della cosiddetta presura: un blocco della strumentazione di pesca che ha fermato l’Eliana in balia delle onde, in quel frangente alte fino a 6 metri, senza possibilità di scampo. Impigliate reti e cime nella cozzara, la barca avrebbe subito un ancoraggio involontario e, in pochi secondi, sarebbe affondata.

Stamattina il gruppo subacqueo della Capitaneria di Giulianova ha provato a raggiungere il punto dell’incidente per proseguire le indagini, ma le avverse condizioni meteo hanno costretto al rientro in porto: si tenterà nuovamente quando il mare lo permetterà, iniziando ad allestire anche un piano di recupero del relitto.

 

 

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