Teramo, associazione Big bang sull’ospedale unico: “Le forze politiche della città dormono”

Una indolenza che non consente di vedere “la luce in fondo al tunnel. L’associazione Big bang torna a parlare di ospedale unico a Teramo e critica la mancata operatività della classe politica locale che porta a pensare che forse qualcuno potrebbe non volere l’opera in città.

Se tutte le forze politiche comunali viaggiano unite e compatte lungo l’autostrada del SI al nuovo ospedale in zona limitrofa al centro”, scrive l’associazione in una nota, “perché nessuno fa niente? Perché mentre sulla costa si attivano presidi h24 mobilitati alla trincerocrazia, e a Teramo la sterilità apatica la fa da padrone? E ancora, perché le i centri deputati ancora non sono riusciti a trovare, in una concertazione produttiva e non nei soliti “tavoli da buffet”, un progetto strategico da presentare in Regione?”.

E sottolineando come nella vicina Giulianova si è dato vita a una battaglia senza fine, nel capoluogo, tutto sembra tacere nonostante ci siano 85 miliardi, con cui la Regione tramite un progect financing, finanzierà l’obbligatorio nuovo ospedale, svariati progetti e numerose aziende che non aspettano altro che partano lavori del genere “per ridare fiato alle casse dimagrite dal rinsecchimento della economia teramana”.

A quanto pare, dunque, a mancare sarebbe proprio la volontà politica, seppure nessuno intenda togliere centri di prima assistenza.

Tornare a essere i numeri uno nel Centro-Sud, ecco la nostra volontà”, scrive l’associazione che punta a ridurre gli sprechi e a destinare maggiori risorse in un miglioramento tecnologico-specialistico che continua, “non solo di primo livello, ma la possibilità di concertare con L’Aquila un sistema di Secondo livello ( uno spazio che la norma ha gioco-forza lasciato vuoto ) sarebbe un’occasione troppo ghiotta per lasciarcela scappare”.

Non far passare le decisioni importanti per il territorio sopra la testa, dunque, e “dismettere le lenti offuscatrici della realtà per montare quelle della pragmatica necessità: i soldi stanziati nel Piano Sanitario devono essere rimessi sul tavolo perché affianco alla costruzione del nuovo ospedale questo dovrà avere uno standard qualitativo d’eccellenza e d’efficacia, che incentivi i flussi in entrata e blocchi l’emorragia di personale qualificato, fuggito in località dove la sanità è sinonimo di efficienza e ricerca- e di utenti bisognosi”.

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