Giulianova, ancora non si trova il relitto dell’Eliana

L’Eliana, l’imbarcazione affondata una settimana fa al largo di Giulianova e in cui persero la vita l’armatore Elia Artone di 64 anni e il marinaio Carlo Mazzi di 53, ancora non è stata individuata sui fondali.

Dovrebbe trovarsi a circa 3 miglia dalla costa, poco più a nord rispetto all’imboccatura del porto giuliese. I mezzi navali e aerei delle Capitanerie di Porto di Pescara e di Giulianova non hanno rinvenuto lo scavo. E neppure le imbarcazioni da pesca della marineria locale, che nei giorni scorsi hanno contribuito alle ricerche, sono riuscite ad individuare il punto dell’affondamento.

Eppure l’eventuale perdita di carburante dal vano motore del motopesca, della lunghezza di circa 12 metri, avrebbe dovuto rappresentare un’indicazione molto valida per intercettare il relitto. Ma in superficie non si sono notate in questi giorni quelle chiazze oleose che avrebbero potuto rappresentare un segnale molto valido per facilitare le ricerche. Utilizzati gli ecoscandagli, ma finora nulla.

Le condizioni meteomarine in questi giorni sono comunque ottime e pertanto il pattugliamento della motovedetta proseguirà ancora per una decina di giorni, sperando di individuare lo scafo quanto prima. Anche perché, una volta individuato il punto in cui giace l’Eliana, sarà possibile pianificare un eventuale recupero e soprattutto inviare il nucleo sommozzatori per riprese subacquee e studiare la posizione del relitto, se ci sono squarci provocati dalle onde. La tragedia si è consumata il 25 luglio scorso.

L’Eliana stava facendo rientro in porto. I due uomini a bordo stavano recuperando le reti prima che la tromba d’aria si abbattesse in quello specchio di mare, scatenando onde alte da 3 a 6 metri. Una serie di sfortunate circostanze e di concause potrebbero aver determinato l’affondamento. Ma solo recuperando il relitto si conoscerà probabilmente la verità.

Intanto smentita dalla capitaneria di porto di Giulianova la voce circolata nei giorni scorsi secondo cui Carlo Mazzi non fosse imbarcato sull’Eliana. Alle autorità marittime era stata notificato il giorno prima l’imbarco del marinaio, autorizzato quindi a salire a bordo.

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