Pineto, l’appello di Ernesto Iezzi: ‘Salviamo i nostri tesori’

pinetoPineto.Per tutti è la cartolina di Pineto: è la cosiddetta “pinetuccia”, la pineta che si estende sul crinale della collina che sovrasta la città, diventata con il tempo un vero e proprio riferimento paesaggistico che identifica il capoluogo adriatico.

Un patrimonio arboreo che però, a seguito delle abbondanti nevicate dello scorso febbraio, è andato in parte distrutto e la cui sopravvivenza è legata a un programma di potatura e a un piano di ripiantumazione di pini ormai destinati ad essere abbattuti.

Per salvare quello che è considerato un vero e proprio “tesoro”, il presidente del Consiglio comunale di Pineto Ernesto Iezzi ha deciso di rivolgersi al barone Gaetano Caccianini, nipote di quel Luigi Corrado Filiani che negli anni ’30 volle realizzare la pinetuccia a coronamento del sottostante Parco Filiani.

“Proprio in questi giorni – commenta in proposito Iezzi – è previsto l’avvio dei lavori di sistemazione di tutta la pineta litoranea e proprio in questi giorni si stanno raccogliendo le istanze di numerosi cittadini volte a preservare anche questa macchia di verde calorosamente chiamata pinetuccia. Forse è questo il momento più propizio per coinvolgere anche enti sovracomunali in un’attività di collaborazione per la salvaguardia di tutto il patrimonio arboreo della Città di Pineto”.

Da qui la decisione del presidente del Consiglio comunale di chiedere la disponibilità del barone a incontrare l’amministrazione per concordare modalità e termini per avviare una serie di iniziative volte a salvaguardare uno dei siti più pregiati del territorio teramano “e garantirne – come precisa lo stesso presidente – la fruibilità anche alle future generazioni, con la stessa lungimiranza di chi, tanti anni fa, ebbe l’idea di piantarla”.

Ma non è tutto. Il presidente del Consiglio comunale ha inoltre sollevato una seconda problematica riguardante la Torre di Cerrano, dove manca da tempo l’illuminazione notturna dell’intero edificio.

“La stagione turistica è già alle porte – sottolinea Iezzi – e non si può pensare di privare i turisti della suggestiva visione notturna della Torre di Cerrano. Inoltre non si può non rilevare che, al seguito della nevicata dello scorso febbraio, del sontuoso pino collocato all’ingresso non è rimasto praticamente nulla. Se poi si abbina il fatto che la palma laterale ha avuto la stessa sorte viene fuori un quadro davvero desolante”.

Il presidente chiede, pertanto, di procedere con la sostituzione delle piante ricreando così il giusto contesto ambientale e paesaggistico. “La Torre di Cerrano – conclude – è il simbolo della Provincia di Teramo e ha una valenza storica e architettonica regionale: non possiamo non tutelarla sotto ogni punto di vista”.

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