Teramo, all’Università lo studio di un “naso elettronico” per riconoscere l’olio d’oliva

Un modo semplice e rapido per classificare i campioni di olio utilizzando un “naso elettronico”. Il progetto si sta realizzando all’Università di Teramo, con il gruppo di ricerca guidato dal professor Dario Compagnone, che sta studiando una nuova modalità per individuare al meglio la qualità dell’olio.

Il naso, infatti, è composto da sensori (da 8 a 12) che sono praticamente delle microbilance in grado di “pesare” i composti che vi si depositano. Inizialmente vengono “progettate” per via computazionale (al computer) delle molecole in grado di “riconoscere” le molecole volatili dell’olio (per esempio esanale, ottanone o altre), le quali poi vengono sintetizzate, ancorate a nanomateriali (nanoparticelle d’oro) e depositate sulle microbilance. Ogni microbilancia contiene una molecola diversa in grado di riconoscere solo alcuni composti.

Questo “naso” viene, quindi, usato sui campioni di olio per riconoscere difetti e individuare la “storia” dei campioni di olio e, in pochi minuti, grazie ad un’analisi statistica si ottiene la classificazione, che consente di individuare una lacuna presente nell’olio.

Il tutto viene realizzato dagli studenti del Corso di laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari e del Dottorato in Scienze degli Alimenti nel corso della loro tesi.

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