Ospedale Atri, dipendenti in protesta: proclamato lo stato di agitazione

atri_ospedale.jpg1Atri. Nonostante le rassicurazioni, si fa sempre più critica la situazione all’interno dell’ospedale San Liberatore di Atri. A far cadere la famosa goccia è la decisione della Asl di Teramo di trasferire un infermiere da Atri ad un altro presidio. Un provvedimento che ha scatenato la reazione dei dipendenti del blocco operatorio che, sostenuti dalla Fp Cigl e dalla Fps Cisl hanno deciso di proclamare, a partire da lunedì, lo stato d’agitazione.

A nulla sono servite le richieste dei sindacati di un incontro con il manager Varrassi, per discutere, con urgenza della questione.

“Il problema è gravissimo” commenta la Cgil. “Il trasferimento non ha motivazione alcuna e, soprattutto, aumenta la forte carenza di personale infermieristico nelle sale operatorie di Atri: già da settembre, infatti, sarà privata di due infermieri che andranno in pensione e altri due godono dei benefici della legge 104/92 e pertanto, in grado di garantire meno ore di lavoro. Il rischio per la salute della popolazione della vallata è altissimo. Si dica chiaramente e, una volta per tutte, qual è l’intenzione della Direzione Generale circa il destino del presidio atriano. Si fa un bel dire che non lo si vuole chiudere, ma i fatti raccontano un’altra verità”.

Ma i sindacati non ci stanno (né tanto meno i cittadini) e annunciano con chiarezza: “di qualsiasi situazione negativa, sarà responsabile chi ha proposto il trasferimento, sarà cura di queste organizzazioni sindacali intervenire prontamente per coinvolgere le forze dell’ordine, se la salute dei cittadini sarà messa in pericolo e se verranno meno le tutele dei lavoratori”.

Nel frattempo, Cgil e Cisl si riservano di agire, nei prossimi giorni, in segno di protesta con ulteriori ed eclatanti azioni di protesta.

 

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