Oncologia Teramo: vivere con la malattia e con i disagi del reparto. Varrassi, le dispiace rispondere?

chemioterapiaTeramo. Dieci domande al direttore generale della Asl Giustino Varrassi. Sono quelle poste dai pazienti del reparto di Oncologia dell’ospedale Mazzini di Teramo, tramite il Tribunale del Malato che, questa mattina, è tornato a parlare delle problematiche vissute ogni giorno da chi è costretto a sottoporsi alla chemioterapia.

“E’ dal mese di luglio che cerchiamo di ottenere delle risposte, ma niente” commenta il presidente Vincenzo Di Benedetto. “Delle due l’una: o pensano che siano domande sciocche o dobbiamo pensare che ci siano problemi a dialogare con noi”.

A testimoniare i disagi vissuti ogni giorno dai pazienti, tre donne, alle prese con una malattia che ti cambia la vita e con la quale devi fare i conti. “Mancano i medici” racconta Lucia Di Martino, un passato da caposala e un presente da malata di cancro “e non se lo sognano nemmeno di sostituire chi sta in maternità o malattia. Il Governatore Chiodi dice di aver risanato i conti, ma lo ha fatto sulla pelle dei pazienti. Hanno riempito l’ospedale di impiegati, ma dove sono i medici? Se sono viva è solo perché sto lottando con tutte le mie forze”.

“Il personale che c’è è ottimo ma insufficiente” aggiunge Paola Covitti. “Parlano tanto di percorso senologico, ma con tutto il rispetto a me sembra solo un’operazione di marketing”.

tribunale_malatoL’attenzione è puntata anche sul laboratorio farmacologico di Giulianova. Già, il percorso è abbastanza tortuoso: da tre anni, infatti, i farmaci non vengono preparati più a Teramo (nonostante i 280mila euro spesi per una struttura che è stata chiusa dopo due anni). Chi deve fare la chemio, deve prima misurare i parametri e, dopo la loro valutazione, si prenota il farmaco che viene mandato a Teramo il giorno successivo. Questo significa che il paziente, anche quelli che vengono da fuori città, dovranno tornare nuovamente il giorno dopo. Con evidenti disagi. C’è però anche un altro aspetto: capita, infatti, che il giorno successivo il paziente sia impossibilitato a recarsi in ospedale (pensiamo solo al periodo dell’intensa nevicata che ha bloccato non pochi spostamenti). Cosa succede a quel farmaco? Semplicemente viene buttato, perché i medicinali sono “ad personam”.

C’è tanta rabbia negli occhi di queste tre donne, che hanno voluto mettere la faccia per rivendicare un diritto. Dietro i loro volti, si intravedono quelli di altre donne, di altri malati oncologici, che vivono la stessa situazione. “Noi vogliamo arrivare fino in fondo e la Asl ha il dovere di rispondere” dicono. “Non possiamo essere lasciate sole”.

Sono trascorsi 9 mesi da quando il Tribunale ha inviato per la prima volta le dieci domande alla Asl teramana. Quanto tempo dovrà ancora passare?

 

Le dieci domande al manager Varrassi.

1. Perché, a pochi mesi dall’inaugurazione, non è stato più agibile ed è stato chiuso, nell’ospedale di Teramo, il laboratorio Unità Farmaci Antitumorali (Ufa) costato oltre 285mila euro?

2. Sono state accertate responsabilità a carico di chi ha progettato, costruito, attrezzato, collaudato e approvato il laboratorio Ufa?

3. A carico degli eventuali responsabili sono stati presi adeguati provvedimenti e, in caso affermativo, di quale natura?

4. Dato che i farmaci in questione sono preparati nell’Ufa di Giulianova e vengono portati a Teramo per somministrarli ai pazienti oncologici, si sono valutati i disagi per l’utenza, i rischi e le spese connessi al trasporto e l’ammontare dei costi dovuti agli eventuali mancati utilizzi dei farmaci?

5. Perché, dato che all’ospedale di Teramo si effettua circa l’80 per cento delle chemioterapie praticate in tutta la Asl, dopo oltre 3 anni non è stato ancora ripristinato il laboratorio Ufa?

6. Per quali ragioni e con quali compiti è stata istituita nell’ospedale di Giulianova l’Unità Operativa semplice a valenza dipartimentale di Oncologia, invece di potenziare l’Unità Oncologica dell’ospedale di Teramo, dotato di Day Hospital, di reparto di degenza, di tutte le specialità mediche e delle necessarie attrezzature per la cura dei tumori identificato, in base alla legge regionale, come ospedale di riferimento della rete oncologica della Asl?

7. Quando sarà approntato il primo vero Hospice per i pazienti oncologici?

8. E’ possibile conoscere i dati della mobilità attiva e passiva relativi all’Oncologia teramana?

9. Si possono conoscere quanti interventi e di che tipo ha effettuato, anno per anno, il Centro di senologia dalla sua apertura a oggi?

10. E’ possibile conoscere quante e quali patologie sono state individuate e curate, nel medesimo periodo di cui sopra, dal centro di senologia, nonché la provenienza e le caratteristiche anagrafiche dell’utenza?

 

Marina Serra

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