Bonifica del Tronto, botte alla lucciola per avere i soldi: protettore ai domiciliari

Nereto. Costretta a prostituirsi sulla bonifica del Tronto e a consegnare il denaro al suo protettore. Minacce, vessazioni e anche dei pestaggi durati per almeno un anno.

 

Dopo l’ultima violenza subita però la donna, una 40enne, ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri. Ora il protettore-aguzzino, C.N. di Ascoli Piceno, è stato arrestato e confinato agli arresti domiciliari per favoreggiamento e sfruttamento delle prostituzione continuato e aggravato dalle minacce e per lesioni personali aggravati.

 

I carabinieri della stazione di Nereto, al culmine di un’indagine partita lo scorso mese di novembre, hanno rintracciato e notificato all’uomo un ordine di custodia cautelare ai domiciliari. Provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Teramo che ha sposato in toto l’esito della laboriosa attività investigativa.

 

Secondo l’indagine, il 40enne ascolano con reiterate minacce e violenze, a volte erano anche botte, costringeva una coetanea a prostituirsi sulla bonifica del Tronto e a versargli i soldi incassati. Vicenda che si trascinava avanti da circa un anno, quando la prostituta dopo l’ennesimo pestaggio ha deciso di raccontare tutto i militari. La goccia che ha spinto la donna a liberarsi dal giogo al quale era sottoposta si è manifestata lo scorso mese di novembre, quando i carabinieri sono intervenuti sulla Bonifica per prestare soccorso alla lucciola che era stata pestata dall’ascolano. I militari hanno raccolto le confidenze della donna. Un racconto drammatico sule violenze e i soprusi subiti. La prostituta ha poi presentato la denuncia e tutto il fascicolo è stato trasmesso alla Procura della Repubblica di Teramo. Il pm ha poi chiesto ed ottenuto dal gip l’applicazione della misura cautelare che è stata eseguita nelle ultime ore.

 

 

 

 

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