Tortoreto, impianti inagibili: società ricorrono al Tar. Il caso del bocciodromo

Tortoreto. L’ordinanza con la quale il commissario straordinario Francesco Tarricone ha disposto la chiusura di 4 impianti sportivi per la mancanza dei requisiti minimi di sicurezza sarà impugnata al Tar.

 

Tra le associazioni sportive, destinatarie del recente provvedimento di divieto di utilizzo delle strutture (i due campi sportivi, il palazzetto dello sport e il bocciodromo comunale), in queste ore, si sta facendo strada l’ipotesi di impugnare l’ordinanza davanti al tribunale amministrativo. Che le strutture avessero dei problemi erano noto da tempo immemore. Che ora venisse licenziata un’ordinanza di divieto di utilizzo delle strutture per la quotidiana pratica sportiva, era un approdo tutt’altro che scontato alla luce anche degli interventi di messa norma delle strutture previsti nel piano delle opere pubbliche. Lo sport cittadino, anche se le attività agonistiche per l’attuale stagione sono oramai agli sgoccioli, e un po’ tutti si stanno attrezzando per trovare sistemazioni alternative, rischia di andare incontro a pesanti ripercussioni. Anche e soprattutto per il futuro. Ecco dunque che l’ipotesi di impugnare l’ordinanza davanti al Tar diventa una possibile contromisura.

 

Le responsabilità. Parlare di responsabilità sull’attuale situazione appare forse riduttivo. Problemi accumulati nel recente passato ora si sono materializzati in un sol colpo. E dal bando, abortito, per la gestione degli impianti in poi, la situazione è degenerata. Le soluzioni tampone, prospettate, nella sostanza non sono state utili per gestire il momento. Ora ci si ritrova con gli impianti chiusi e con dei lavori di messa a norma che vanno perfezionati in tempi non rapidissimi. Era necessario tutto questo? Non si poteva mediare? Il contenuto dell’ordinanza firmata lo scorso fine settimana è molto chiaro, così come le relazioni tecniche dei dirigenti comunali.

 

Polemiche. A livello cittadino, mentre sta iniziando la campagna elettorale, le polemiche non mancano e le società sportive, che hanno preso impegni devono ingegnarsi per rispettarli, con il rischio di dover fare salti mortali successivamente, qualora non si riuscisse a riaprire gli impianti dopo l’estate. Nelle polemiche si parla anche di esposti recenti che hanno in qualche modo favorito l’adozione di questo provvedimento. Certo è che prima della caduta dell’amministrazione comunale era in procinto di essere licenziato un regolamento utile per disciplinare l’uso degli impianti sportivi. Operazione poi che non si è perfezionata per la fine anticipata della consiliatura. Da lì in avanti tutto si è maledettamente complicato.

 

Il caso del bocciodromo. Una delle situazioni particolari di questa vicenda riguarda l’edificio di via Corsica che ospita il bocciodromo comunale. Una delle 4 strutture da chiudere perché inagibili. Bene. Nello stesso immobile, al primo piano esistono degli uffici comunali. Quelli della polizia locale e lo sportello della Poliservice, che prevedono anche l’apertura al pubblico. Da più parti l’interrogativo è sorto, sulla sicurezza complessiva delle struttura. Ora il piano terra è inagibile, e dunque da chiudere. E quello superiore? Interrogativo, uno dei tanti da sciogliere, in questa intricata vicenda.

 

 

 

 

 

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