Giulianova, caso umano: sfratto per una famiglia con bimbo di 3 mesi e un’invalida (SERVIZIO/FOTO)

E’ un caso umano quello che si sta consumando in via delle Scale a Giulianova, in pieno centro storico.

Martedì prossimo, 4 aprile, intorno alle 9 l’ufficiale giudiziario notificherà lo sfratto esecutivo ad una famiglia di sei persone, tra le quali un bimbo di appena 3 mesi e una donna invalida costretta a vivere con la bombola di ossigeno, che vive in un vecchio appartamento di circa 80 metri quadri da 13 anni.

Sei mesi prima della scadenza del contratto di locazione, i locatari hanno ricevuto la raccomandata della proprietaria dell’alloggio con cui annunciava che non ci sarebbe stato alcun rinnovo e che l’appartamento doveva essere liberato nei tempi previsti dalla legge. A parlare è Fabio Tiberi che vive in questo alloggio con la compagna Valentina, il loro bimbo nato da poco, i suoceri, Giovanni ed Enza e il cognato. Famiglia umile, tranquilla, che vive della poca pensione e dei lavori stagionali di Fabio.

“Ci siamo rivolti al sindaco Francesco Mastromauro, abbiamo fatto anche domanda per avere un alloggio comunale”, racconta il giovane padre di famiglia, “ma ci hanno detto che non c’è alcuna disponibilità. Abbiamo spiegato la nostra situazione anche all’assessore alle politiche sociali Nausicaa Cameli ma ad oggi non sappiamo dove andare. Il mio appello è rivolto a quelle persone che hanno un appartamento libero, se lo possono affittare a me e alla famiglia della mia compagna”.

Della vicenda si sta occupando l’avvocato della famiglia, Tiziano Rossoli di Alba Adriatica. La proprietaria dell’appartamento vive a Castellalto. Ma ha deciso di riavere indietro i locali perché li vorrebbe ristrutturare per trasferirsi a vivere a Giulianova. In caso di mancanza di una soluzione alternativa, il nucleo famigliare verrebbe separato. Valentina e il figlio di tre mesi affidati ad una casa famiglia, per gli altri non si conosce il destino.

“Se avessimo un’alternativa”, conclude Fabio Tiberi, “andremmo via subito. Ma non permetterò che mi separino dalla mia compagna e da mio figlio”.

La situazione rischia di diventare incandescente. C’è ancora tempo, seppur poco, per dare a questa famiglia una speranza, un nuovo alloggio dove poter continuare a vivere.

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