Bisenti chiede di entrare nel cratere: “Non ci abbandonate”

Non solo Gran Sasso e Monti della Laga. I danni subiti dagli eventi sismici che dallo scorso agosto hanno colpito il centro Italia, uniti all’emergenza maltempo e a quella ancora più imponente seppur meno sentita come è l’emergenza frane, stanno mettendo a dura prova la popolazione della Valfino, fortemente penalizzata dall’esclusione del cratere già dopo il sisma del 2009.

A lanciare l’allarme per la difficile situazione in cui si trova il territorio di Bisenti, con un appello accorato alla Regione affinché non dimentichi questa porzione di territorio abruzzese, arriva da Jhon Giancola e Kessy Orifiamma che chiedono alle istituzioni l’ampliamento del cratere anche al loro comune.

“La situazione”, scrivono, infatti, in una nota, “è ulteriormente peggiorata. Ora vi sono sia i danni agli edifici pubblici (chiesa principale e sede municipale) sia in particolare agli edifici privati, con circa un centinaio di famiglie evacuate e sistemate provvisoriamente lungo la costa e, allo stato attuale, potrebbero addirittura aumentare visti i sopralluoghi ancora da effettuare”.

Inoltre il centro storico è quasi del tutto desertificato, con la presenza di diverse “zone rosse” interdette al traffico veicolare e pedonale, mentre le poche attività commerciali sopravvissute arrancano e, se non ci saranno rimedi, sono destinate ad una rapida chiusura, decretando in questo modo la morte del paese.

“Viste le già tante problematiche di cui è affetta la Valfino”, continua l’appello, “tra cui i maggiori e non recenti sono quelli relativi alla viabilità, al disseto idrogeologico e all’assistenza sanitaria territoriale, si chiede di inserire il territorio di Bisenti nel cratere, in quanto le conseguenze del terremoto per questo territorio non sono state differenti rispetto a quelle di altri comuni limitrofi, che ora sono stati invece inseriti in tale decreto. Anche noi facciamo parte della regione Abruzzo, anche noi vogliamo vedere riconosciuti i nostri diritti e tutelato il nostro martoriato territorio, abbandonato dalle istituzioni in queste situazioni di difficoltà”.

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