Accoltellamento Pineto, due vite da ricostruire

pinetoPineto. E’ trascorsa quasi una settimana, ma Pineto resta ancora incredula di fronte all’episodio che ha sconvolto questa tranquilla cittadina della costa teramana. Luca Michelucci, l’operaio di 23 anni arrestato per il tentato omicidio della dipendente comunale di Pineto aggredita a coltellate nella pineta mentre faceva footing, è ancora in carcere.

Quel che ancora oggi sconvolge sono le dichiarazioni rilasciate dal giovane al gip, Giovanni De Rensis, davanti al quale avrebbe confermato di aver agito con l’unico obiettivo di uccidere. Non importa chi fosse: la “voce” gli diceva che avrebbe dovuto farla a pezzi e poi mangiarne i piedi. Dichiarazioni che fanno rabbrividire e invitano a riflettere, nello stesso tempo, sulla fragilità della mente umana. Fortunatamente, Michelucci non è riuscito nel suo intento. L’impiegata comunale di 43 anni si è salvata grazie alle urla di una passante. Restano le ferite, quelle evidenti, quelle fisiche, e quelle invisibili, nell’animo. La donna è stata dimessa e ora si ritrova a fare i conti con una vita da ricostruire, certamente traumatizzata, come è normale che sia dopo un episodio di una tale gravità.

Ma c’è anche un altro trauma e un altro incubo. E’ quello che vivono i genitori del giovane Michelucci, incapaci di comprendere cosa sia successo al loro figlio. Di loro si parla solo bene in città: una famiglia dignitosa, che non ha mai avuto problemi. Brava gente, insomma.

Dentro di loro si annida il senso di colpa, quelle domande alle quali è difficile trovare risposta: come hanno potuto non accorgersi di quello che stava succedendo a Luca?

Il suo difensore, l’avvocato Antonino Orsatti, ha chiesto il trasferimento in una struttura psichiatrica protetta, ipotizzando un grado di infermità mentale, ma per ora resta in carcere, come disposto dal pubblico ministero. Il giovane sarebbe stato già sottoposto in carcere a una visita del profilo psicologico e i medici avrebbero individuato nel suo profilo una tendenza da “sindrome cannibalista”. Il tutto sarà approfondito in sede di indagini. Proprio questa mattina, il gip De Rensis ha depositato il provvedimento con cui di fatto ha respinto la richiesta di ricovero avanzata dal difensore del giovane. Sull’istanza di perizia psichiatrica la procura deve ancora esprimersi. Ma loro, i genitori, non si danno pace.

Oggi, forse, è ancora presto, ma vorrebbero chiedere perdono a quella donna, così drammaticamente ferita. Lo hanno confessato loro stessi al sindaco pinetese, Luciano Monticelli, che ha voluto incontrarli insieme con gli assessori Nerina Alonzo, Alberto Dell’Orletta e Giuseppe Cantoro. I genitori di Luca sono stati contenti di questa visita, segno del fatto che la città non vuole isolarli.

Il primo pensiero, indubbiamente, va alla vittima. Ma non bisogna ignorare il dolore di questi genitori, vittime anche loro di un dramma invisibile. Due vite travolte. Due destini che loro malgrado si sono incrociati.

 

 

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