Dialogo tra religioni: il convegno di Atri

Atri. La sfida è passare da una società multiculturale a una interculturale, dove le varie identità non entrino in conflitto ma creino la convivialità delle differenze.

 

Solo così, superando pregiudizi e stereotipi, si può contribuire fattivamente al diffondersi una sana convivenza umana, basata sull’accoglienza, il rispetto e la condivisione. Su queste basi si è sviluppato il tema “Dialogo interreligioso: un percorso possibile”, tenutosi al teatro comunale di Atri, con gli interventi di Michele Seccia, vescovo della Diocesi Teramo-Atri, di Mustapha Baztami, imam della Comunità Islamica-Abruzzese e del professore Ezio Sciarra, già preside della Facoltà di Scienze Sociali della D’Annunzio.

 

Con la moderazione e la conduzione del giornalista Umberto Braccili, l’incontro – al quale hanno partecipato tutti i ragazzi degli istituti scolastici del comprensorio – ha avuto inizio con le parole della dirigente dell’istituto Zoli, Daniela Magno: Il fine del dialogo è tenere aperta la comunicazione tra diversi: oggi trasmettiamo forte e chiaro questo messaggio insieme a tutti i ragazzi delle scuole per una società senza pregiudizi». Un monito all’intera platea, cui si sono associate le parole di Ezio Sciarra, che ha prima invitato gli studenti a leggere e studiare attentamente gli articoli 7 e 8 della Costituzione per poi spiegare che «l’egotismo, il principio di chi si chiude in se, non produce alcun risultato Per il dialogo interreligioso ci vuole dialogo e mediazione, attraverso il principio di reciprocità e accettando il sistema del mutuo riconoscimento». Sollecitato dalle domande di alcuni studenti sulla metodologia del dialogo, l’imam Baztami ha detto:«C’è l’obbligo, dice il Corano in un versetto, di scegliere il modo migliore per dialogare: la vita è sacra e lo spirito dell’islam invita alla pacifica convivenza e all’amore reciproco. E’ una regola d’oro e tutti quelli che commettono stragi infangano e bestemmiano il nome di Dio perché sono mercenari manovrati da altri, che non hanno cultura e basta vedere i loro profili per capirlo».

 
Parole di vita e di speranza per un futuro migliore sono trapelate dal discorso di Mons. Michele Seccia, vescovo della Diocesi Teramo-Atri: «La storia è maestra di vita, e riconoscere il dialogo nell’altra persona offre valore aggiunto alla mia stessa dignità di persona. Quando Mustapha mi ha invitato ad incontrarci, non abbiamo mai rifiutato perché il dialogo aiuta ad affrontare problemi e diversità confrontandoci con il pensiero. Per esempio per confrontarci sui metodi della riabilitazione dei disabili in un progetto con la Piccola Opera Caritas in Cina, confrontandoci su come l’arte possa promuovere la dignità delle persone.

 

Partiamo dal versetto 18 del primo capitolo del Vangelo secondo San Giovanni: mettiamo al centro la persona, Gesù si identifica con l’altro ed io devo entrare in dialogo con lui».
Conclusioni affidate ai ringraziamenti di Piergiorgio Ferretti, vice sindaco della città ducale e a Massimo Pichini presidente del Centro Servizi Volontariato di Teramo, in partner con l’Istituto “Zoli” e la scuola “Acquaviva” attraverso specifici protocolli d’intesa: dato l’interesse e l’importanza di questi incontri, progetti come “Scuola e Volontariato” e manifestazioni di questo tipo dovrebbero e potrebbero essere ripetute ed inserite in una programmazione costante. Così, è stato riferito al termine dell’incontro tra gli studenti, affamati di sapere e di conoscenze approfondite sul tema. (Paolo Martocchia).

 

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