Teramo, i sindaci si organizzano: 8 proposte da inserire nel decreto terremoto

Un incontro urgente per individuare delle ipotesi di modifica al decreto legge sul terremoto considerato inadeguato rispetto ai danni economici subiti dalla provincia teramana durante le ultime calamità naturali.

Coordinati dall’onorevole Paolo Tancredi e dal consigliere regionale Paolo Gatti, hanno partecipato alla riunione Massimo Tonelli vice sindaco di Alba Adriatica e Ambra Foracappa Consigliere Provinciale, Pierangelo Panichi, sindaco di Ancarano, Enzo Lucci sindaco di Arsita, Gabriele Astolfi sindaco di Atri e Domenico Pavone consigliere provinciale, Ercole Di Filippo vice sindaco di Basciano, Enzo De Febis sindaco di Bisenti, Federico Agostinelli assessore di Campli e consigliere provinciale, Franco Campitelli sindaco di Canzano, Rosanna De Antoniis sindaco di Castel Castagna, Santino Di Valerio sindaco di Cermignano, Cristina Di Pietro sindaco di Civitella del Tronto, Manuele Tiberii sindaco di Colledara, Umberto D’Annuntiis sindaco di Corropoli anche in rappresentanza del Comune di Sant’Egidio,Adolfo Moriconi sindaco di Fano Adriano, Roberto Di Marco sindaco di Isola del Gran Sasso, Diego Di Bonaventura sindaco di Notaresco, Severino Serrani sindaco di Penna Sant’Andrea e consigliere provinciale, Michele Petraccia sindaco di Pietracamela e Franco Fracassa assessore di Teramo.

Tra le ipotesi di modifica al decreto che dovranno essere affrontate dal Parlamento, è stato condivisa la necessità dell’allargamento dei cratere a quei Comuni della provincia duramente danneggiati, oltre al fatto che la città di Teramo debba essere equiparata nel trattamento ed anche per la sospensione delle tasse agli altri Comuni della Provincia già rientranti nel cratere. Inoltre è stato chiesto l’inserimento del contributo di 10mila euro per le case lesionate non agibili come accaduto per l’Aquila.

E poi, proprio per la specificità di quanto accaduto a Teramo, si chiede l’introduzione del concetto di “calamità naturale integrata” (sisma e neve), aggravato dalla interruzione della energia elettrica per eliminare il taglio di fondi alla Provincia (cosa che libererebbe almeno 15/20 milioni per i primi interventi sulle strade provinciali) e per apprestare agevolazioni urgenti, normative e finanziarie, per i Comuni, con l’obiettivo di fronteggiare adeguatamente almeno l’emergenza.

All’esiguità dei fondi previsti per il mondo agricolo, considerato anche i danni indiretti, si chiede di rimediare con un maggior sostegno per il tessuto produttivo, oltre all’inserimento di una norma che consenta alle regioni terremotate, Abruzzo compreso, di poter accendere un mutuo per la valutazione della vulnerabilità sismica in quegli edifici pubblici in cui manca, scuole in primis, annunciata dalla Regione ma ad oggi legislativamente non possibile.

Infine in sindaci chiedono di rimodulare il Masterplan almeno per il 50% per consentire che metà della dotazione finanziaria sia finalizzata a progetti di sostegno al tessuto economico e sociale colpito dal sisma e dalle calamità naturale, senza comunque abbandonare la possibilità di istituire una zona economica speciale.

Queste proposte saranno presentate al consiglio provinciale in programma lunedì che dovrà approvare uno specifico documento, ma verrà ampliato anche all’assemblea dei sindaci in modo che ci sia un impegno comune nel sostegno di questa piattaforma programmatica, anche in vista della manifestazione a Roma che potrebbe svolgersi entro il mese di febbraio.

Gli amministratori, infine, hanno stigmatizzato la lentezza nella costituzione dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, sollecitando il Presidente della Regione a provvedere con immediatezza per rimediare al tempo perduto.

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