Terremoto a Teramo, l’Ance: “Niente allarmismi e trasparenza per la ricostruzione”

Prova a gettare acqua sul fuoco visti gli allarmi lanciati anche dalla Commissione Grandi Rischi sulla tenuta degli edifici per un possibile nuovo terremoto, l’Ance di Teramo che conferma come solo il 4% dell’intero patrimonio immobiliare teramano, collocato nelle zone ad alto rischio sismico (Zone 1 e 2), sia stato danneggiato dal sisma in maniera grave.

Una preoccupazione comprensibile, quella delle famiglie, molte delle quali stanno scegliendo di trasferirsi in altre zone, a cui è necessario dare risposte chiare e qualificate sulla reale dimensione del rischio che si può correre, evitando allarmismi sconsiderati che danneggiano il ripristino di condizioni di normalità, adottando comunque tutte le misure cautelari e preventive necessarie.

Per questo, secondo l’Ance, diventa prioritaria l’istituzione immediata ed efficace dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione che dovrà diventare il punto di riferimento di famiglie tecnici ed Enti locali per tutti i problemi connessi alla Ricostruzione ed alla gestione delle emergenze post sisma.

Abbiamo verificato”, dice il presidente di Ance Teramo, Raffaele Falone, “che altre regioni del centro Italia hanno già istituito l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dotandolo di personale adeguato. La Regione Abruzzo è in ritardo ma la cosa più importante è che esso deve nascere con un progetto organizzativo credibile che attribuisca funzioni e competenze in ragione delle complesse e molteplici problematiche che dovranno essere affrontate. In questo senso i dati della ricostruzione post sisma Abruzzo 2009 non sono incoraggianti; al netto della città di L’Aquila soltanto il 20% delle abitazioni sono state riparate. Desolante è la situazione della provincia di Teramo che ha il primato negativo dei comuni che non hanno ancora approvato il piano di ricostruzione: ben quattro su otto comuni del cratere sismico”.

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