Teramo, funivia. D’Alfonso: “Soldi vincolati ad un progetto di mobilità sostenibile”

C’era anche il Governatore d’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, nella commissione consiliare mattiniera, cominciata poco dopo le otto, riguardante il nodo della funivia, che ha visto i consiglieri comunali confrontarsi per la prima volta a riguardo con il presidente della Regione. Domande, qualche critica, molti dubbi e tutta una serie di perplessità a cui D’Alfonso ha cercato di dare risposte, non lesinando anche un “mea culpa” finale per la mancata partecipazione con la città dimostrata finora, recuperata, solo in parte, con la riunione di stamattina.

Un’opera, quella della funivia di collegamento del centro città con l’Università, che seppur apprezzata da molti, impensierisce soprattutto per il fatto che del progetto finora non si è saputo quasi nulla. “Riportare i cittadini al centro di Teramo, puntando non solo a chi a Teramo risiede” è stato il motivo ispiratore di questo progetto per D’Alfonso a cui sono state contestate soprattutto, oltre alla mancata condivisione e alle scarse informazioni a proposito, anche le diverse esigenze del territorio che dopo il sisma si è trovato ad affrontare una serie di problematiche più impellenti.

consiglieriDue le questioni prioritarie poste al Governatore: il possibile dirottamento dei fondi per la funivia su altre progettazioni e la permanenza di questi fondi comunque nella città. Chiara la risposta di D’Alfonso che ha ribadito come i finanziamenti per la funivia potranno essere dirottati solo su altri eventuali progetti di trasporto sostenibile, con la garanzia di una gestione da parte del promotore e con un reale beneficio per l’intera regione.

Ripartire dalla ricostruzione di attrattività della città, con il coinvolgimento di tutti gli attori interessati, studenti universitari compresi, pensare ad una rigenerazione urbana, affrontare la problematiche della sicurezza degli edifici scolastici, risolvere problemi annosi come lo spostamento della centrale Enel della Cona o la chiusura della discarica La Torre sono state solo alcune delle obiezioni presentate al Presidente che ha rassicurato tutti.

Per quanto riguarda l’edilizia scolastica sarebbero in arrivo 7 milioni di euro per il piano “Casa Italia”, con l’attenzione alle scuole che potranno essere delocalizzate solo a condizione che si dia nuova vita agli edifici che si lasciano, in modo da non creare ulteriori “vuoti cittadini”.

“Mi batterò perché Teramo abbia una cospicua dotazione finanziaria” ha assicurato D’Alfonso che, ricordando come abbia dalla sua il fatto di essere riuscito a trovare una discreta quantità di fondi per il territorio aprutino in soli 29 mesi, ha invitato l’amministrazione ad aprire delle vertenze attraverso delle relazioni progettuali, facendosi trovare pronta ad impegnare tutti i fondi che si potranno reperire sui diversi fronti.

E ha invitato i consiglieri a non viziare il dibattito per la funivia dalle ideologie ma pensare al bene della città, ricucendo lo strappo con il mondo universitario che potrebbe davvero garantire la rinascita di una città che sta perdendo la propria identità, a “logorare il dossier” che arriverà presto sulle loro scrivanie e chiedendo loro di effettuare una scelta lucida e laica pensando solo al bene della città.

Un intervento, quel del Governatore, comunque apprezzato, sebbene i dubbi non siano stati del tutto dissipati. Proprio per questo il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, chiederà domani in Consiglio di “congelare” la questione in attesa di una conoscenza più approfondita dell’argomento che potrà consentire una scelta più serena da parte di tutti.

 

I Per Davvero critici sull’opera: “Che almeno arrivi a piazza San Francesco”

Ad esprimere perplessità sulla realizzazione della funivia a Teramo ci sono anche i “Per Davvero”, preoccupati per la realizzazione di una possibile nuova “cattedrale nel deserto”.

“Premesso che abbiamo seri dubbi sulla reale necessità della realizzazione della funivia”, si legge nella nota, “riteniamo che prima bisogna valutare alla lettera il rapporto costi benefici. Anche se tutti i costi di gestione graveranno sull’Università, come pubblicamente dichiarato dal Rettore, sempre di danaro pubblico si tratta, di provenienza dallo Stato Centrale e che comunque graverà sulla collettività generale”.

E semmai si dovesse scegliere di realizzarla, i Per Davvero chiedono che almeno il collegamento venga fatto con piazza San Francesco e non piazza Garibaldi perché è lì che insiste il terminale del trasporto pubblico su gomma e sarebbe più vicino all’ex ospedale psichiatrico che, una volta recuperato, prevederà lo spostamento del Dams e il collegamento diretto tra le due sedi universitarie.

Inoltre si ritiene indispensabile il progetto di avanzamento della ferrovia verso il centro storico di Teramo, “con una prima fermata a Piazzale S Francesco, come approvato dall’Amministrazione Provinciale nel 2008, con successivo convegno presso l’Università nell’ottobre dello stesso anno, nel quale presente Trenitalia diede il proprio benestare per la sua realizzazione”.

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